Quando tutto è progetto, nulla è progetto

Parafrasando Antonino Zichichi che dice testualmente “quando tutto è scienza, nulla è scienza”, oggi possiamo dire quando tutto è progetto, nulla è progetto. L’abuso di alcune parole è causa del loro svuotamento di significato.

Con l’aiuto del mio prezioso Nicola Zingarelli del 1952 leggo alla relativa voce, “progetto” come insieme complesso di calcoli per costruire una struttura (edificio, ponte una galleria), oppure un motore, un congegno elettronico. “Progetto” nel significato di «proposta ordinata e particolareggiata» (es. di matrimonio, di una spedizione).

Oggi qualsiasi stupidaggine è diventata progetto. Più sono fittizie, vuote le costruzioni/programmi o elaborati proposte, più c’è bisogno di imbellettarle, renderle attraenti. L’esatto contrario di quanto scritto nel Vangelo di Matteo 5,33-37 «Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno».

E così non c’è settore della società italiana, che non sia infettato da questo virus. Voglio sperare sia rimasto integro solo quello strettamente ingegneristico, ne va della nostra sopravvivenza.

Ma soprattutto è diventato un tormentone – e una prassi purtroppo – in tutte le strutture della Pubblica Amministrazione. Un modo per vendere il nulla che si propone. Frasi interminabili, concetti strampalati pagine e pagine di documentazione che non vuole dire nulla, spreco sovrano di carta, inchiostro, e inutile occupazione di memoria elettronica.