Torniamo a parlare della situazione della polizia provinciale di Rieti. Attualmente gli agenti che operano all’interno del suddetto corpo stanno vivendo un momento che definire critico è un’eufemia. Il punto dolente principale riguarda il parco automezzi. Infatti, tutti e sei gli autoveicoli a disposizione delle guardie provinciali risultano trovarsi sulla via del tramonto.
Nello specifico una panda 4×4 è in manutenzione da diversi mesi, una jeep è ferma di fronte al comando a causa di problemi alla frizione, un suv recentemente acquistato, finito in officina già diverse volte per i più svariati problemi meccanici, emette da più di un anno una vibrazione proveniente probabilmente dalla frizione che è udibile anche a diversi metri di distanza dal mezzo stesso. Un altro fuoristrada, già dismesso da tempo, è stato posto in dismissione e oggetto di futura vendita all’asta.
Il problema però è ben più serio, infatti le tre panda circolanti hanno percorso circa 200.000 km, così come del resto anche l’altra in manutenzione, l’unico fuoristrada rimasto ne ha percorsi più di 320.000. Queste vetture, sicuramente non più idonee a svolgere un servizio di pattugliamento di un territorio montano come quello della Provincia di Rieti, sono soggette oramai ad una continua manutenzione straordinaria, che pesa sulle già esigue casse dell’amministrazione provinciale e crea problemi alla sicurezza personale degli operatori.
Non parliamo poi dell’acquisto, avvenuto nel lontano 2007, dei due quad che dovevano contribuire ad una più attenta vigilanza del territorio provinciale. Una spesa importante di migliaia di euro che si è rivelata del tutto inadeguata perchè gli stessi sono stati utilizzati solamente per pochissimi giorni. Difatti dopo un approssimativo corso di formazione, svolto presso l’autoparco provinciale, un appartenente al corpo ebbe un incidente in montagna, fortunatamente senza conseguenze ulteriori.
Da quel giorno i due quadricicli sono posteggiati, inutilizzati e ricoperti di polvere, sotto una pensilina dell’autoparco provinciale. Le due barche, ormai diventate due bagnarole, occupano solamente spazio sempre nel medesimo autoparco che risulta essere diventato così un centro di autodemolizione autorizzato. Veniamo al personale che è stato costretto, più di una volta, ad uscire di pattuglia in quattro operatori, mentre altre volte invece chi esce di pattuglia viene sorteggiato in base alle pratiche che deve espletare.
Naturalmente tutta l’attività del corpo risente di lungaggini che vanno a discapito della collettività, così come l’attività di vigilanza che viene ridotta all’osso o addirittura pari allo zero. La gestione della polizia provinciale risulta carente in molte altre parti, ad iniziare dalla formazione del personale che è stata richiesta più volte dagli stessi operatori, dal vestiario ormai logoro e dalla scarsa o quasi nulla considerazione che la ormai residuale parte politica riserva a questo corpo. Sicuramente in tempo di spending-rewue non è semplice gestire un’amministrazione ormai condannata dalle leggi statali ad una lenta agonia. Però ci chiediamo se chi attualmente governa questo ente conosca il tipo di servizio particolare e delicato che svolge o dovrebbe svolgere la polizia provinciale e le problematiche che invece deve affrontare quotidianamente.