Primo Forum delle Comunità Laudato si’ ad Amatrice

Carlo Petrini (Slow Food): «se andiamo verso il baratro, la moltitudine può invertire la rotta»

Sabato 28 luglio si è svolta ad Amatrice la prima edizione del Forum delle Comunità Laudato si’, progetto promosso dalla diocesi di Rieti e da Slow Food. Al centro dei lavori l’inquinamento causato dall’uso e dall’abuso di plastica e le buone pratiche per arrestarlo. Ne abbiamo parlato con Carlo Petrini, il fondatore di Slow Food

Si è svolta sabato 28 luglio ad Amatrice la prima edizione del Forum delle Comunità Laudato si’, progetto promosso dalla diocesi di Rieti e da Slow Food, associazione internazionale no profit impegnata a ridare «il giusto valore al cibo, nel rispetto di chi produce, in armonia con ambiente ed ecosistemi». Al centro dell’incontro, cui sono attesi oltre 120 partecipanti, il tema dell’inquinamento causato dall’uso e dall’abuso di plastica, con un occhio particolare alle ripercussioni sull’ecosistema marino e sull’uomo. Tra i relatori il biologo marino Silvestro Greco, docente dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e Claudia Silvestrini, presidente di Polieco, Consorzio nazionale per il riciclaggio dei rifiuti dei beni a base di polietilene. Il pomeriggio è stato dedicato allo scambio di esperienze, ricerche e buone pratiche, con la partecipazione di Serena Carpentieri, vicedirettrice e responsabile campagne Legambiente, il ricercatore dell’Enea, Loris Pietrelli, e Elisabetta Cremonini di Olitalia, in rappresentanza delle realtà economiche impegnate nella riduzione dell’uso della plastica nel processo di produzione.

Nel corso del Forum è stato presentato dall’architetto Stefano Boeri il progetto Casa del futuro-Centro studi Laudato si’ e inaugurato il padiglione espositivo multimediale, anteprima del futuro Museo diocesano, sede di Amatrice.

A spiegare il significato del Forum, che arriva a pochi mesi dalla nascita, in marzo, delle prime delle Comunità Laudato si’, Carlo Petrini, fondatore di Slow Food: «Il Forum è stato pensato come un momento di formazione e riflessione aperto a tutti e dedicato a tematiche ambientali e legate all’ecologia integrale. Sono passati solo pochi mesi e il numero delle Comunità aumenta giorno dopo giorno. Contiamo entro l’autunno di raggiungere le cento unità in tutta Italia e qualcuna anche all’estero. Ognuna di queste Comunità ha un suo programma locale per l’educazione e la tutela ambientale. In questo ambito vorrei sottolineare anche l’impegno che abbiamo assunto di sostenere per tre anni la costruzione, ad Amatrice, luogo simbolo del sisma del 24 agosto 2016, della “Casa del futuro – Centro studi Laudato si’” dedicato alle tematiche ambientali e alle loro ricadute sociali».

 

Perché la scelta di Amatrice come sede della prima edizione?

Davanti a drammi come il terremoto la reazione dell’opinione pubblica, all’inizio, è forte e generosa, poi con il passare del tempo va scemando. Crediamo sia necessario mantenere su queste tematiche la giusta attenzione per non lasciare sole le comunità colpite. Da qui la scelta, come Comunità Laudato Si’, di promuovere ad Amatrice un appuntamento annuale dedicato all’ambiente sull’onda della riflessione intorno a quel documento straordinario che è l’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco, pubblicata tre anni fa. Amatrice è una terra segnata dal terremoto che attende di rinascere o meglio, per usare termini di mons. Pompili, di essere rigenerata. Questo è il nostro impegno.

Il Forum di quest’anno ha affrontato il tema dell’inquinamento dovuto dall’uso/abuso di plastica, in linea con quello della Giornata mondiale dell’ambiente del 5 giugno scorso: “Lotta alla plastica monouso”…

La nostra riflessione è stata incentrata sulla riduzione del consumo di plastica. Si tratta di una questione drammatica con microplastiche che entrano nella catena alimentare con effetti disastrosi anche per la nostra salute. Durante il Forum abbiamo ascoltato le relazioni a tutto campo di esperti e studiosi. Abbiamo stilato, durante i lavori, un Codice di comportamento da proporre sia ai cittadini che alle aziende. Abbiamo bisogno di cambiare i nostri comportamenti di vita quotidiana. Le plastiche “usa e getta” sono quelle che quotidianamente usiamo e che, secondo studi compiuti, distruggono in maniera più intensiva l’ambiente. Parliamo, per esempio, di piatti, bicchieri, posate, cannucce, bastoncini per i palloncini.

Quali buone pratiche sono utili per arrestare questi processi di contaminazione?

Non possiamo fare a meno della plastica, ma possiamo ridurne il consumo in breve tempo. Cominciamo, intanto, a non usare le cannucce di plastica per le bevande. Sono piccoli passi di mobilitazione individuale che vanno in controtendenza e che possono diventare collettivi e, al tempo stesso, educativi per le nuove generazioni. Credo che sia proprio questo il grande appello che ci viene dall’enciclica di Papa Francesco e rivolto non solo ai cattolici, ma a tutti coloro che hanno a cuore le sorti della nostra terra madre.

 

Il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, ha annunciato, pochi giorni fa, l’arrivo in Parlamento di una legge contro l’inquinamento da plastica e per la tutela del mare. Cosa ne pensa?

Credo che sia un segnale importante che va in questa direzione. Penso, inoltre, che sia necessaria una profonda riflessione non solo sulla percentuale di riciclo ma anche sui tipi di riciclo, sulle modalità e sulla diversità dei prodotti che meritano forme di riciclo diverse. Il lavoro da fare è ancora molto.

A proposito di disastri ambientali: in questi giorni ampie zone della Grecia sono devastate da roghi che hanno provocato morti e feriti. Quale lezione possiamo trarre da queste vicende?

Rimango allibito nel vedere le immagini che arrivano dalla Grecia. Tuttavia, al di là di un possibile dolo  paventato dalle stesse istituzioni greche, non possiamo non tenere conto anche di un cambiamento climatico in atto che influenza i nostri comportamenti. Vediamo bombe di acqua assolutamente inimmaginabili e forme di tropicalizzazione dei climi nelle nostre regioni. L’ambiente ci richiama e ci dà dei segnali precisi che purtroppo non provocano nelle persone e nelle Istituzioni nessuna mobilitazione adeguata alla gravità della progressione dei mutamenti climatici. Le Comunità Laudato Si’ partono proprio da questa considerazione: le persone possono cambiare il corso della storia, con i loro comportamenti, con le loro prese di coscienza e con la loro volontà. Se oggi andiamo verso il baratro, la moltitudine può invertire la rotta.