«Noi saremo molto vigilanti nei confronti di coloro che vanno al governo. Come abbiamo sempre fatto, saremo coscienza critica».
A conclusione dell’assemblea generale dei vescovi italiani, il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, ha risposto così alle domande dei giornalisti sull’attuale scenario politico.
Collaborazione, ma non collateralismo. «Tutto quello che è buono – ha specificato a proposito del nuovo governo – lo apprezzeremo, ma su tutto quello che è contro la famiglia, la persona, i migranti, noi saremo voce critica». «Questo non vuol dire che non collaboreremo», ha precisato il cardinale: «siamo disposti a collaborare, ma non a forme di collateralismo. Abbiamo il Vangelo che ci illumina, non vogliamo essere fumo ma fuoco, come ci ha chiesto il papa: e il fuoco riscalda, e se necessario brucia anche».
Poi il presidente della Cei ha elencato alcuni «paletti fermi che sono principi irrinunciabili: la centralità della persona; il lavoro come mezzo fondante della personalità umana; l’attuazione sul piano concreto della Costituzione; la scelta chiara per la democrazia e per l’Europa».
«La stella polare – ha aggiunto – è il rinnovato impegno dei cattolici, alla cui base sta la giustizia sociale secondo i principi della dottrina sociale della Chiesa».
Quindi l’elenco di tali principi:
«Il lavoro da garantire attraverso la piena occupazione; il giusto salario; la previdenza; l’assistenza sociale e sanitaria; l’istruzione».
Bassetti è sembrato anche riferirsi indirettamente alla “flat tax”, quando ha incluso tra i principi della dottrina sociale della Chiesa «una progressività fiscale» che significa «non tagliare in generale, ma tagliare sulle fasce che debbono essere tagliate, con una maggiore tassazione sulle attività speculative». E ancora: «la lotta contro ogni forma di illegalità; l’inclusione di quanti vivono ai margini della società; la partecipazione alla cittadinanza della vita politica e sociale».
«Faccio gli auguri a chiunque vada al governo, ma chiunque vada al governo sappia che questi sono principi irrinunciabili», ha chiosato Bassetti, che si è espresso anche sulla figura del professor Giuseppe Conte, presidente del Consiglio incaricato: «auguro al professor Conte che, stando a Firenze, abbia assorbito con profondità l’umanesimo fiorentino». »Ci sono state delle figure di laici a Firenze che sono veramente dei prototipi da imitare», ha ricordato il cardinale citando Giorgio La Pira, Piero Bargellini, Antonio Meucci, Mario Gozzini, Ettore Bernabei, Pino Arpioni, collaboratore di La Pira oggi sepolto a Nomadelfia.
«Il partito unico ebbe la sua stagione e le sue motivazioni», ha detto il presidente della Cei citando i «politici che hanno fatto l’Italia», come De Gasperi e Moro, precisando che «il partito cattolico non c’è mai stato, non era così nelle intenzioni dei fondatori».
In questi ultimi decenni, ha proseguito, abbiamo visto «l’inserimento dei cattolici nei vari partiti». Ma anche questa fase è superata: «Ora è importante che i cattolici abbiano la fantasia e la libertà di vivere insieme questi valori e di vedere come esprimerli».
«Nella società di oggi è necessaria la presenza dei cattolici in politica, e se non trovano una forma per esprimersi insieme, si rischia di essere inefficaci». Quale sia questa «forma» non spetta alla Cei dirlo, «ma sicuramente dobbiamo mettere più impegno nella formazione», ha assicurato a nome dei vescovi italiani annunciando la creazione di “scuole della dottrina sociale della Chiesa” e di percorsi di «avviamento alla politica».
«La riduzione delle diocesi, che il Papa ci ha chiesto più volte, sarà un processo lungo», la previsione su uno dei temi che è stato oggetto dell’incontro «a porte chiuse» tra il papa e i vescovi.
«Le diocesi italiane sono tante, 228, ma bisogna tener conto della storia dell’Italia», la tesi di Bassetti: «si possono seguire vie intermedie», la proposta, «come l’accorpamento di più diocesi che si mettono insieme e formano una metropolia, mettendo le strutture in comune ma senza smantellare la diocesi».
«Bisogna che siamo noi vescovi a metterci in moto», l’assunzione di responsabilità da parte della Chiesa italiana: «con accorgimenti intelligenti, ma nel rispetto della sensibilità della gente, possiamo portare un po’ alla volta a questo cambiamento».
Quanto alla trasparenza nell’uso del denaro, raccomandata da Francesco, Bassetti ha parlato di «pedagogia della trasparenza»: «oggi, anche sul piano economico, abbiamo certi criteri che nel passato non c’erano».
Il «criterio della trasparenza» si è ormai affermato, grazie anche alla creazione degli organi collegiali: «non ci manca nulla per fare un buon bilancio».
Le “prospettive” dei media Cei sono state oggetto dell’attenzione dei vescovi, in sintonia con il tema principale dell’Assemblea: «quale presenza ecclesiale nell’attuale contesto comunicativo».
In preparazione al Sinodo dei giovani di ottobre 183 diocesi, in tutte le 16 regioni ecclesiastiche, organizzano pellegrinaggi a piedi verso luoghi simbolici del territorio che confluiranno nell’incontro del Papa con i giovani in programma a Roma l’11 e 12 agosto.
dal Sir