Per mille strade

Papa Francesco ai giovani del Circo Massimo: «Grazie per questo incontro»

«Vi ringrazio anche perché questo appuntamento è stato preceduto da un intreccio di tanti cammini sui quali vi siete fatti pellegrini, insieme ai vostri vescovi e sacerdoti, percorrendo strade e sentieri d’Italia, in mezzo ai tesori di cultura e di fede che i vostri padri hanno lasciato in eredità»

«Grazie per questo incontro di preghiera, in vista del prossimo Sinodo dei Vescovi». È cominciato con queste parole il congedo del Papa dal Circo Massimo, dopo il bagno di folla delle decine di migliaia di giovani che hanno passato due ore intense dialogando con lui. «Vi ringrazio anche perché questo appuntamento è stato preceduto da un intreccio di tanti cammini sui quali vi siete fatti pellegrini, insieme ai vostri vescovi e sacerdoti, percorrendo strade e sentieri d’Italia, in mezzo ai tesori di cultura e di fede che i vostri padri hanno lasciato in eredità», il riferimento ai pellegrinaggi delle 200 diocesi che si sono date appuntamento a Roma per la «due giorni» col successore di Pietro.

«Avete attraversato i luoghi dove la gente vive e lavora, ricchi di vitalità e segnati da fatiche, nelle città come nei paesi e nelle borgate sperdute», ha ricordato Francesco: «Spero che abbiate respirato a fondo le gioie e le difficoltà, la vita e la fede del popolo italiano». Poi il riferimento al branco del Vangelo di Giovanni che racconta la corsa di Maria Maddalena, Pietro e Giovanni al sepolcro vuoto di Gesù, in «quella mattina inimmaginabile che ha cambiato per sempre la storia dell’umanità». «Alle prime luci dell’alba del giorno dopo il sabato, attorno alla tomba di Gesù tutti si mettono a correre», il racconto di Francesco: «Maria di Magdala corre ad avvisare i discepoli; Pietro e Giovanni corrono verso il sepolcro… Tutti corrono, tutti sentono l’urgenza di muoversi: non c’è tempo da perdere, bisogna affrettarsi… Come aveva fatto Maria – ricordate? – appena concepito Gesù, per andare ad aiutare Elisabetta».

«Abbiamo tanti motivi per correre: spesso solo perché ci sono tante cose da fare e il tempo non basta mai», ha detto il Papa: «A volte ci affrettiamo perché ci attira qualcosa di nuovo, di bello, di interessante. A volte, al contrario, si corre per scappare da una minaccia, da un pericolo… I discepoli di Gesù corrono perché hanno ricevuto la notizia che il corpo di Gesù è sparito dalla tomba. I cuori di Maria di Magdala, di Simon Pietro, di Giovanni sono pieni d’amore e battono all’impazzata dopo il distacco che sembrava definitivo. Forse si riaccende in loro la speranza di rivedere il volto del Signore! Come in quel primo giorno quando aveva promesso: ‘Venite e vedrete’. Chi corre più forte è Giovanni, certamente perché è più giovane, ma anche perché non ha smesso di sperare dopo aver visto coi suoi occhi Gesù morire in croce; e poi perché stando vicino a Maria, la Madre, è stato ‘contagiato’ dalla sua fede».

«Da quella mattina, cari giovani, la storia non è più la stessa», il commento di Francesco: «L’ora in cui la morte sembrava trionfare, in realtà si rivela l’ora della sua sconfitta. Nemmeno quel pesante macigno, messo davanti al sepolcro, ha potuto resistere. E da quell’alba del primo giorno dopo il sabato, ogni luogo in cui la vita è oppressa, ogni spazio in cui dominano violenza, guerra, miseria, là dove l’uomo è umiliato e calpestato, in quel luogo può ancora riaccendersi una speranza di vita».