In palestra il ricordo di Paolo Rosi per consegnare le imprese del pugile reatino ai giovani

«Perché un atleta come Paolo Rosi sia conosciuto anche alle nuove generazioni». È con questo proposito che la dirigente scolastica Stefania Santarelli ha inaugurato la palestra di via San Liberatore, casa-madre del pugilato e della pallacanestro, che da ieri porta il nome del pugile reatino che, agli inizi degli anni 50, emigrò negli Stati Uniti d’America in cerca di fortuna.

A New York, dopo i primi incontri disputati al Madison Square Garden, Rosi grazie alle sue memorabili vittorie, divenne l’idolo delle folle che gli diedero l’appellativo del “bombardiere calvo”. Presente alla cerimonia anche il sindaco Antonio Cicchetti: «una doppia emozione tornare qui al liceo, istituto in cui mi sono diplomato, per un evento in memoria di Paolo Rosi, reatino doc».

Il pugile era di Porta d’Arce, una delle culle della reatinità dell’epoca, e anche nel periodo di maggior fama mai dimenticò le sue origini, i suoi amici d’infanzia e la sua città. Tornò spesso a Rieti, le ultime volte negli anni ‘97 e ‘98, per partecipare alla solenne processione dei ceri. Il decano dei giornalismo locale Tito Cheli lo ricorda così, senza nascondere la commozione: «Ho conosciuto e frequentato Paolo Rosi con il quale sono stato sempre in amicizia. Per questo il 9 giugno 2015 presentai all’ente Provincia, quale proprietario dell’immobile, di intitolargli la palestra di via San Liberatore, nella quale Paolo mosse i primi passi della sua brillante carriera di pugile fino ad arrivare alla conquista del titolo mondiale che gli fu negato, ma che moralmente, credo, gli appartenga. A 32 mesi di distanza, grazie al presidente Giuseppe Rinaldi, la richiesta è stata soddisfatta». Presente alla cerimonia la sorella del grande campione.