Nel nostro contesto sociale, per troppo tempo, abbiamo affidato la correzione fraterna solo alla sfera giudiziaria, che di per sé non è sufficiente a sostenere una collettività complessa e varia; e questo lo abbiamo assorbito così in profondità da dire che “tutto ciò che non è vietato dalla legge è consentito”, ma la filosofia e la teologia morale ci insegnano che non è così, che cioè la vita pratica, politica, civile e soprattutto religiosa, deve tendere alla misura alta di quei princìpi in base ai quali viene prima la persona nella sua integrità, soprattutto se è in condizioni di debolezza e di precarietà.
Non sempre la legge coincide con la morale
