Rieti Cuore Piccante

Le radici del peperoncino

Dalle prime edizioni a oggi, Rieti Cuore Piccante ha saputo coinvolgere tanti e dar vita a interessanti sinergie. Il rapporto tra la città e il mondo che ruota attorno alla spezia, dunque, sembra ormai consolidato

Rieti Cuore Piccante si prepara ad animare il centro storico. La proposta è quella consolidata: mostra di centinaia di peperoncini con la Fiera campionaria mondiale, decine di postazioni per la vendita di piante e cibo di strada, approfondimenti sulle proprietà del frutto piccante, spettacoli di cucina e proposte d’intrattenimento. «È la sinergia tra agricoltura e turismo che ho in mente», fa sapere il ministro delle politiche agricole, Gian Marco Centinaio.

Il prodotto non è di quelli locali, ma non importa: il pubblico gradisce, si diverte, e fa girare un po’ l’economia. E poi il peperoncino sta bene dappertutto: grande insaporitore, è «adatto a valorizzare tutti i territori con le loro tradizioni e le loro specialità». Non a caso gli ingredienti di Rieti Cuore Piccante, incluso Re Peperoncino impersonato dal bravo attore Gianni Pellegrino, li ritroviamo variamente combinati nelle manifestazioni “Pic” di tutta Italia.

Nulla di particolarmente originale, insomma, ma a Rieti il format vanta una capacità particolare, positiva e tutt’altro che scontata: quella di fare rete. E non solo nel settore della ristorazione, che da subito ha trovato entusiaste adesioni. Il “Campo catalogo” realizzato dal Centro Sperimentale Carlo Jucci, ad esempio, aggiunge alla manifestazione un approccio tecnico e scientifico: grazie all’inserimento di centinaia di cultivar, si studia la variabilità genetica e la capacità di adattamento al clima dei vegetali piccanti. In attesa di vedere la piana reatina convertita al capsicum, si lavora con i bambini. Un bel segnale viene dall’iniziativa “Adotta un peperoncino”: rivolta ai piccoli della scuola primaria, ammanta l’insegnamento dei rudimenti dell’orticultura di risvolti psicologici e sociologici.

Non solo: il movimento di persone innescato dalla manifestazione aiuterà l’editrice reatina Funambolo al presentare i suoi nuovi libri e vedrà inserirsi la quattordicesima edizione del Premio Poggio Bustone, che si svolge quest’anno nel ventennale della scomparsa di Lucio Battisti. La Alessandro Rinaldi Foundation, inoltre, sarà presente con uno stand, dal quale porterà avanti la sua missione di promozione del territorio grazie alla presenza di alcuni personaggi sportivi che hanno reso Rieti famosa nel mondo. Anche le belle chiese del centro storico prolungheranno l’apertura fino a tardi e sarà possibile visitare il salone papale per ammirare i dipinti che vi sono conservati. Interessante pure l’idea di coinvolgere il “salotto” per l’allattamento al seno “di zia Marilena”, che darà vita a un ritrovo in piazza per le mamme: un angolo tranquillo per la poppata e il fasciatoio, ma anche l’esempio di tante sinergie ancora da inventare.

A proposito di reti, fin dall’inizio il Cuore Piccante reatino ha puntato a costruirne di carattere internazionale. Tra le iniziative si segnalano quelle rivolte alle città gemellate nel tentativo di estendere al peperoncino gli interessi comuni, favorendo ulteriori occasioni per scambi commerciali o turistici. Un intento che quest’anno guarda anche al Vietnam. Il consigliere commerciale dell’ambasciatore ha visitato il capoluogo e ha confermato il patrocinio per l’edizione 2018. Un appoggio asiatico che si va ad affiancare a quello tutto europeo dell’ambasciata del Belgio. Il paese orientale è un grande produttore e consumatore di peperoncino e l’amicizia potrebbe risultare utile oltre che bella.

Più difficile è dire se sarà solida, perché dopo tante edizioni di successo e al netto dei tanti pregi Rieti Cuore Piccante resta un’invenzione, un’aggiunta priva di radici. I più dotati di senso pratico faranno spallucce: perché la realtà sembra avere la meglio sulla filosofia, o perché hanno individuato fondamenta che ad altri sfuggono. Oppure perché non serve scavare troppo: considerato il tema, si può guardare al fenomeno con un po’ di sana leggerezza.