Mobilità

L’auto elettrica piace, ma non subito

L’Europa è orientata a terminare la vendita di automobili tradizionali nel 2035, preferendo al motore termico quello elettrico: i reatini ci stanno già pensando?

Auto elettriche, alta spesa, poca resa. Non decolla a Rieti – ma a detta degli ultimi sondaggi neppure su scala nazionale – la vendita di vetture a zero emissioni. Eppure, la domanda ci sarebbe, considerando che un italiano su tre si dice disposto ad acquistare una macchina elettrica entro i prossimi due anni, o al massimo entro cinque.

Un dato significativo anche rispetto a Paesi più avanzati nell’ambito della transizione elettrica, come ad esempio il Regno Unito o la Germania, letto anche alla luce della decisione dell’Europa di stoppare la vendita di auto a benzina e diesel a partire dal 2035.

C’è da dire che mancano ancora alcuni step e che il 2030 segnerà un passo intermedio, che chiede ai costruttori di ridurre del 55% le emissioni di CO2 rispetto ai livelli del 2021. Tuttavia, la buona propensione dei connazionali a passare all’elettrico viene stroncata da vari fattori, costi in primis.

Curiosi ma prudenti

«Abbiamo avuto diverse richieste in merito – dice il titolare di una concessionaria cittadina – la gente prima di comprare un’auto si informa, e la volontà di non impattare sull’ambiente ci sarebbe anche, ma le criticità al momento superano le potenzialità e anche la richiesta iniziale è andata scemando».

Primo scoglio, il prezzo del veicolo, troppo alto sia per la media generale che in virtù del servizio che offre: «La macchina elettrica più piccola si aggira intorno ai venticinquemila euro, per quella più grande e adatta alle famiglie il prezzo cresce di molto e diventa una spesa insostenibile per moltissimi».

Per quanto riguarda i servizi di ricarica, Rieti appare – al momento – ben fornita, tanto che risultano essere circa trenta le colonnine per la ricarica delle vetture installate in centro città, e anche molti paesi della provincia si sono attrezzati.

Difficoltà operative

Ma qui si aprono altri scenari: «Al momento bastano, ma già non è scontato che la trovi libera quando hai bisogno di ricaricare il veicolo – spiega l’esercente – se il numero salisse in maniera importante sarà necessario rivedere molti spazi in città per individuare apposite aree, ovviamente si apre un discorso ampio anche con le istituzioni e le infrastrutture».

E anche per la ricarica, il costo non aiuta, considerando che si arriva a circa 90 centesimi a kilowatt, un prezzo molto elevato soprattutto rispetto alla resa e al servizio fornito dal veicolo. «L’ho provata in occasione di un viaggio a Salerno», dice un altro commerciante. E racconta l’esperienza: «Era inverno, ho acceso il riscaldamento e come mia abitudine lo stereo per viaggiare ascoltando musica. Non avevo però preso in considerazione il fatto che si sarebbe scaricata più velocemente la batteria! A ricarica piena, l’autonomia è di circa 200 km, ma la spia mi ha segnalato molto prima la necessità di ricarica e un’autonomia di trenta chilometri, per cui ho spento tutto e mi sono messo in cerca di una colonnina libera tramite l’apposita App, sperando fosse in zona. Con una certa ansia, devo dire. Fortunatamente l’ho trovata presto, ma bisogna considerare che la ricarica più veloce dura almeno un’ora e mezzo, tempo in cui ho atteso nei dintorni. Al momento questo tipo di vettura è sconsigliata per viaggi che necessitino di tempi veloci, va bene per chi ha una vita sociale e lavorativa più rallentata, magari per chi si sposta a piedi durante la ricarica».

Meglio in città

L’auto elettrica a queste condizioni sembra essere dunque più adatta agli spostamenti in centro, considerando anche che a questo tipo di veicoli sono consentiti gli accessi in ztl: «Lo scorso anno ne abbiamo vendute due, utilizzate da privati e come seconda vettura per la città», dicono da un concessionario.

Un altro invece, più centrale, afferma di non aver mai ricevuto nessuna richiesta di informazioni in merito: «Sono ancora proibitive le condizioni, e non è ancora detto si arrivi alla stretta del 2035, ci sono ancora tanti passaggi da compiere». Chi l’ha provata, ammette che sia «particolarmente gustoso» guidarla: «Ha una bella accelerazione, è molto veloce. Anche lì però bisogna abituare gli utenti. È scattante e silenziosa, i pedoni non avvertono il rumore: i passaggi non sono solo materiali, ma anche culturali, i cittadini vanno abituati ai cambiamenti che devono andare di pari passo con i servizi e le adeguate informazioni in merito».

Dubbi anagrafici

Un cliente in attesa all’interno di un rivenditore di automobili sottolinea l’età media della popolazione: «Ho 75 anni e un’auto elettrica la comprerei anche, innanzitutto se costasse meno. Ma uso l’automobile anche per andare a trovare i miei figli che abitano fuori città, e non mi sentirei di mettermi in viaggio senza la sicurezza di una certa autonomia, e neppure mi affiderei alla tecnologia per trovare la colonnina di ricarica e poi effettuarla, non ho la necessaria dimestichezza. Alla nostra età non riusciamo a svolgere tutto tramite il telefonino, e sinceramente vogliamo essere liberi di non farlo: subentra anche una certa abitudine che ci garantisce sicurezza e di cui occorre tener conto».

Il fenomeno in numeri

Tuttavia, qualcosa di muove: secondo i dati riportati dal sito greenstart.it, le vendite di auto elettriche nel nostro Paese restano sempre una nicchia, ma i dati di febbraio 2023 fanno toccare numeri mai visti prima. Cresce notevolmente il mercato delle automobili in Italia a marzo – riporta il sito – con un incremento di oltre il 40% rispetto ai livelli di dodici mesi fa e praticamente sulle stesse cifre di marzo 2021. Non cambiano invece di molto le incidenze percentuali dei vari tipi di motorizzazione, con le benzina sempre in leggera contrazione a favore delle varie tipologie di ibrido, le diesel in lenta ma costante contrazione e le elettriche anche qui in lenta ma costante crescita: marzo 2023 è il secondo mese migliore in assoluto per le vendite di auto elettriche nel nostro Paese, con le Tesla Model Y e 3 a tirare il gruppo e a rappresentare oltre un quarto delle auto elettriche vendute nel nostro Paese nel primo trimestre.

E per il 2035 si inizia a pensare a come gestirsi, tenendo sempre presenti le differenze tra città e città e le esigenze delle persone: secondo una recente statistica nazionale, il 9,7% delle persone si sposterebbe sul campo delle vetture a noleggio, il 7% pensa di tornare ai mezzi pubblici, mentre 13,5 milioni di italiani non sanno ancora come si muoveranno. Vedremo.