Centenario Azione Cattolica

L’AC tra le note della storia. La musica è Dio che sorride all’uomo

Un viaggio di cent’anni accompagnato dalla musica: tre ore di musica e parole, nella bella serata “L’AC tra le note della storia. La musica è Dio che sorride all’uomo” svolta domenica all’Auditorium Santa Scolastica

Un viaggio di cent’anni accompagnato dalla musica: tre ore di musica e parole, nella bella serata “L’AC tra le note della storia. La musica è Dio che sorride all’uomo” svolta domenica all’Auditorium Santa Scolastica. Un evento ideato e realizzato dal Settore Giovani dell’Azione Cattolica di Rieti per il centenario dell’associazione diocesana.

A partire da quello che è il “compleanno” dell’AC reatina (la fondazione del primo circolo parrocchiale di Gioventù femminile nel 1921, anche se esperienze di Azione Cattolica erano avviate in diocesi già dagli ultimi decenni del secolo XIX), è stato questo l’appuntamento finale delle iniziative del centenario, prima della celebrazione conclusiva nella “festa dell’adesione” il giorno dell’Immacolata, l’otto dicembre.

Con la conduzione di Mattia Ludovici e sotto la regia di Irene Cava e Andrea Pavani, ecco il percorso di un secolo di vita, di esperienze, di impegno: dagli anni Venti del Novecento ad oggi, per ogni decennio un racconto sugli eventi dell’umanità, della Chiesa e dell’associazione, esposto nei video realizzati dai giovani, commentato da un tuffo musicale nei brani dell’epoca, cui hanno prestato voce il duo reatino di Eliana Cecere e Cristian Bianchetti e i giovani romani della band Unicorn Out of a Zebra, mentre a interpretare i brani strumentali erano i reatini del Motus Trio (pianista Emanuele Micacchi, chitarrista Damiano De Santis e contrabbassista Stefano Guercilena). Il “condimento” coreografico lo hanno offerto le giovani ballerine della scuola Nichindanza di Antonella Nichele del blog Experientiae, coordinate dalla maestra Gilda Laudisa, con coreografie dei maestri Mario Piazza e Ludovic Party.

Negli anni Trenta, ecco emergere – come ricordato nel dialogo con l’ex presidente diocesano Alessio Valloni, che ha meticolosamente svolto le ricerche per l’allestimento della mostra documentaria con cui si è ripercorso il cammino storico dell’AC reatina – la figura del venerabile Massimo Rinaldi, infaticabile nella sua opera di implantatio dell’associazione in diocesi.

Giunti al racconto degli anni Ottanta, il ricordo delle esperienze giovanili legate alla figura di don Luigi Bardotti l’hanno offerto alcuni “ex ragazzi” del gruppo QVSA (“Quelli di Villa Sant’Anatolia”) con un assaggio di canzoni del recital E se Francesco tornasse che il compianto sacerdote – che ne aveva scritto i testi, musicati dallo stimmatino Bruno Facciotti – realizzò in quel periodo coinvolgendo tanti giovani reatini.

E poi, in dialogo con l’animatore Marco Colantoni, un “salottino” del vescovo Domenico, interpellato su “ricordo” (il ricordare le sue personali esperienze in AC), “profezia” (il riflettere su come “farsi interpreti della storia di Dio” nell’oggi) e “attesa” (l’impegno maggiore da attendersi da parte dell’associazione: per monsignor Pompili la prioritaria attenzione verso il mondo degli adolescenti).

In occasione della serata, è stato anche presentato il progetto per l’allestimento di una sala a Palazzo di Giustizia dedicata alle vittime vulnerabili, che l’AC ha deciso di appoggiare.