Cronache da una città mediocre

Simone Petrangeli

Lo abbiamo sempre saputo: siamo mediocri. Una città mediocre. Tempo di scandali? Corruzione? Macché! Per noi solo robetta di quart’ordine. Ci dobbiamo accontentare dei ravvedimenti operosi del sindaco. Ha pagato la Tarsu in ritardo, da buon reatino.

Facile spulciare nelle dichiarazioni fiscali: non sarà Berlusconi, ma, gratta gratta, qualche misera magagna alla fine viene fuori!

Ecco cosa succede a puntare tutto su trasparenza e conti in ordine: basta un articolo di giornale a scatenare l’inferno. Trovata l’imbeccata, il giornalista fa il suo mestiere. Al resto ci pensano i soliti, consumati, polemisti della politica. Fanno insinuazioni, mettono in giro voci. Dicono che il sindaco si rifà sugli editori.

E poco importano le smentite. Su questa minutaglia, gli si chiede indietro la poltrona. Ma siamo seri: ve lo immaginate Petrangeli alle prese con un “editto bulgaro”? La vicenda è imbarazzante, ma se non emerge qualcosa di meglio possiamo considerarla archiviata.

Ma almeno la destra s’è desta. Dopo un anno di silenzio, ha ripreso a parlare. Che sia il profumo dei soldi? In Comune ne stanno arrivando parecchi e forse gli è venuta nostalgia della mangiatoia!

Però che noia: la dialettica tra maggioranza e opposizione è poco più di un battibecco. Si rinfacciano un passato scandaloso e un presente equivoco. Va bene che “il più pulito c’ha la rogna”, ma è meglio non confondere certe cadute personali con la mala gestione messa a sistema nel passato.

E poi dov’è il problema? Lo sanno tutti che a Petrangeli non mancano le case. Lo sanno le banche e i notabili che l’hanno sostenuto. E lo sa pure la sinistra locale, divisa, scilipotiana e balbuziente.

Che scandalo vuol sollevare la destra? Sarà “sociale” quanto si vuole, ma della proprietà privata ha sempre avuto un rispetto sacrale. Se gli appartamenti del sindaco sono 3 o 6 cambia poco: sono pur sempre un guaio da ricchi.

Non sarebbe più utile occuparsi dei problemi di chi per campare fa i conti con i centesimi? Peccato ci si dedichino in pochi. Sarà perché a giudicare quelli di prima si faceva presto. O erano farabutti o ti davano 50 euro. Adesso, invece, non ci si capisce nulla. Tra destra stracciona e sinistra imborghesita sembriamo l’Italia di fine ‘800!

Il Comune è diventato autoreferenziale. Sembra una barca sfasciata, che fa acqua da tutte le parti. Probabilmente stanno cercando di aggiustarla, ma non riescono neanche a farcelo sapere.

C’è una qualche politica sociale? L’assistenza è stata ridotta? E i progetti di sviluppo dove sono?

Qualche politica di indirizzo si intravede? Abbiamo accordi sensati con privati che vogliano investire? E uno straccio di discussione pubblica su questo la vedremo mai?

A fine mandato, il sindaco potrà forse vantare il risanamento dei bilanci comunali. Ma quelli delle famiglie come saranno? La disoccupazione sarà scesa? Avremo ridotto le disuguaglianze?

Questi sono i problemi, e nel parlare per giorni della Tarsu del sindaco abbiamo solo perso tempo. Tante energie sprecate in chiacchiere fastidiose, che non lasceranno di sé neppure il ricordo.

2 thoughts on “Cronache da una città mediocre”

  1. esodati

    Ottimo e abbondante, per una volta il giornalismo non specula sulla nullità della politica e dei suoi discorsi da bar ma chiede, civilmente, che si parli di cose serie. Grazie.

  2. carmen

    Condivido.
    Questo è un atteggiamento serio e costruttivo, che guarda alla sostanza vera della politica.
    Ottimo intervento

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