Giovedì 22 maggio, nella sala Consiliare della 5a Comunità Montana in Rieti, si è svolto un incontro con il candidato al Parlamento Europeo Carlo Casini, leader del Movimento per la Vita italiano ed europeo, e promotore dell’iniziativa del manifesto “UnoDiNoi”, che sta raccogliendo centinaia di migliaia di firme in tutta Europa, a difesa della vita e dei diritti fondanti della tutela delle famiglie e dei popoli.
Ne abbiamo approfittato per approfondire i temi a lui più cari, di diritto, di etica e di morale cristiana, a tutela della vita e della famiglia.
On Casini, lei è stato il fondatore del Movimento per la Vita?
Si, sono tra i fondatori del MPV, nato nel 1975 a seguito della scoperta a Firenze della così detta clinica degli aborti, gestita dai Radicali, quando l’ interruzione di gravidanza era ancora illegale. Il movimento femminista e quello radicale si giustificavano dicendo che l’aborto era una forma di aiuto alla donna. Un Gruppo di persone – tra le quali il sottoscritto – risposero con l’affermazione che le difficoltà della vita non si superano sopprimendola ma superando insieme le avversità e, per dimostrare la verità di questa affermazione, fondarono il primo Centro di Aiuto alla Vita, che è stato un modello per tutti gli altri centri d’Italia. Da esso è derivato il Movimento per la Vita perché l’esperienza ha dimostrato che la difesa della vita deve essere effettuata anche a livello culturale e persino politico.
Qual’è stata l’ispirazione che ha portato un magistrato come Lei a diventare uno dei massimi leader italiani ed europei dei movimenti di difesa della vita, in tutti i suoi aspetti ed in ogni momento, dal concepimento fino alla fine?
Avevo scelto la professione di Magistrato per rendere giustizia. Ho sempre pensato che il diritto è la forza dei deboli. I ricchi non ne hanno bisogno. La legge che ha legalizzato l’aborto è stata approvata nel 1978 ed io con la riservatezza doverosa per chi esercita una funzione giudiziaria, ho cercato di impedirne l’approvazione scrivendo articoli e suggerendo ad altri i necessari interventi. Quando la legge è stata approvata mi è parsa grande la ferita inferta all’ idea stessa di diritto, poiché il concepito è il più piccolo e povero tra gli essere umani ed il diritto ne abbandonava la protezione. Perciò ho accettato, l’anno successivo, la proposta di candidarmi al Parlamento italiano per tentare di ristabilire la giustizia. Da allora il mio impegno è cresciuto anno dopo anno e si è esteso sia dal punto di vista territoriale sia dal punto di vista dei temi da affrontare. E’ evidente infatti che la dignità umana del concepito esige l’ impegno per ogni altro essere umano ed è chiaro che la famiglia è il luogo privilegiato, anzi indispensabile, per l’accoglienza e l’ umanizzazione dei figli e della società.
Quale sviluppo ha avuto a livello europeo la difesa di questi valori, di fronte ad una evidente aggressione giuridica a tutti i principi fondanti dei sistemi del diritto, a partire dalla Costituzione Europea per arrivare alle controverse normative sulle famiglie di omosessuali ed all’eutanasia?
Giovanni Paolo II nell’Enciclica Evangelium Vitae elenca tutte le aggressioni contro la vita dell’ uomo che si sono succedute, ma sostiene che nel nostro tempo se ne sono aggiunte altre ancora più gravi perché pretendono di trasformare il delitto in diritto, falsificando le conquiste più importante della modernità: quei diritti dell’uomo che sono continuamente proclamati, ma che si trasformano in strumenti di oppressione dell’ uomo perché non è più chiaro chi è il titolare di quei diritti: cioè l’ uomo. Purtroppo alle aggressioni indicate da Giovanni Paolo II se ne stanno aggiungendo altre, ancora più insidiose. Mi riferisco al tentativo di distruggere la famiglia, il matrimonio, la stessa dimensione sessuata della persona umana.
Come prevede possa svilupparsi la tutela della vita e del ruolo delle famiglie in Europa e nel nostro Paese, che sembra molto arretrato anche in termini di mere politiche di sostegno alla genitorialità, ai figli ed alla famiglia?
A livello mondiale è in corso il tentativo di iscrivere l’aborto tra i diritti umani fondamentali e di legalizzare ovunque l’ eutanasia. le unioni omosessuali, la procreazione artificiale nelle forme più estreme. In questo disegno si inserisce, purtroppo l’Europa, sulla quale premono le lobby femministe e radicali cosicché dall’Europa partono poi messaggi verso i paesi membri, i quali non hanno alcun obbligatorietà giuridica, ma influenzano l’opinione pubblica e, alla fine, modificano la mentalità della gente. È vero che in alcuni paesi le provvidenze economiche e sociali a favore della famiglia e della vita sono migliori di quanto avviene in Italia, ma ciò non è completamente vero. Ad esempio, in materia di congedi per maternità l’Italia ha una legislazione più progredita di quella di altri paesi. Bisogna però riflettere, comunque non basta una politica economica e sociale, certamente da migliorare, ma occorre effettuare anche una politica dei valori. Ad esempio in un paese democratico è intollerabile che si propagandi l’idea che la democrazia sia un male e che è meglio il totalitarismo – oggi si chiama governabilità -, magari insegnandolo nelle scuole. Viceversa accade che gli attacchi contro la vita e la famiglia siano attuati continuamente attraverso i mezzi d’informazione e divengono persino oggetto di programmi scolastici. Perciò è importante che anche in Europa si trovi il coraggio di introdurre i valori che caratterizzano la visione cristiana del bene comune. Per questo ritengo di grande importanza l’iniziativa dei cittadini europei denominata “Uno di noi” perché costringe l’Unione Europea ad interrogarsi sul valore dell’uomo quando attraversa le condizioni della più grande povertà come quando viene chiamato embrione. L’iniziativa “Uno di noi” si è sviluppata in tutti i 28 paesi d’Europa, ha stimolato la nascita di nuovi movimenti per la vita ed è stata costituita una associazione europea che ha adottato come proprio nome lo stesso dell’iniziativa dei cittadini : “Uno di noi”. Tale associazione, che ha sede a Bruxelles, controllerà il lavoro del Parlamento Europeo e cercherà di orientarlo verso obiettivi di vita e non di morte. In definitiva si tratta di restituire l’anima all’Europa. È un obiettivo che non consente rassegnazioni o abbandoni. Di fronte al crescere dell’euroscetticismo e alla tentazione per molti, anche cristiani, di non votare, bisogna ricordare l’esortazione di san Giovanni Paolo II: “l’Europa di domani è nelle vostre mani! Siate degni di questo compito, voi lavorate per restituire all’Europa la sua vera dignità: quella di essere il luogo dove la persona, dove ogni persona è accolta nella sua incomparabile dignità”.