Le famiglie che abitano nel quartiere di Città Giardino, rivierasco del Velino e in particolare quelle del viale Eugenio Dupré Theséider, da alcune settimane hanno iniziato ad esternare non poche preoccupazioni circa l’esito che su di loro avranno i lavori di costruzione dell’impianto idroelettrico Giorlandina ricavato da fonte rinnovabile (le acque dello stesso fiume) ricompreso nell’ambito del Programma Rieti 2020 del cosiddetto Parco circolare diffuso, finanziato dal governo con oltre 15 milioni di euro. Le stesse apprensioni sono state rappresentate dai tanti frequentatori del LungoVelino don Giovanni Olivieri e della pista situata sulla riva sinistra del fiume che numerosi si ritrovano in quell’area piena di verde e di fresco, ricca di essenze arboree, di un filare altissimo di olmi e di acque che scorrono veloci, da sempre paradiso di pescatori romani, laziali, umbri, reatini e abruzzesi a caccia della celebre trota iridea. Costoro sono sportivi, mamme e padri con bambini ed anziani. Alcuni podisti si sono chiesti: «Ma a chi mai sarà venuto in mente di mettere mano a quest’opera progettata quasi dentro la città nuova e a due passi dalla Centrale del Latte e di Viale Matteucci?» Ad osservare il cantiere in questione dalla sponda sinistra e per quanto è possibile, si nota che per far posto alle opere in costruzione si sono dovuti “atterrare” l’argine e l’area attigua per poco più di duecento metri e che se il suo ripristino non venisse approcciato bene e tempestivamente, risulterebbe una ferita urbanistica e naturale profonda, difficile da rimarginare. Sperabile, perciò, è che non accada e che tutto sia rimesso al suo posto.
La palizzata in legno postata quattro anni fa, è stata rimossa e in sua vece sono state sistemate delle larghe piastre di lamiera una dietro l’altra. Sono all’opera escavatori potentissimi che hanno eliminato gran parte dell’argine. Sono stati abbattuti tutti gli alberi di quel tratto e una montagna di terra ne è risultata ed è stata innalzata all’interno del cantiere. Attendeva ieri di essere sistemata, la colossale turbina trasportata a Rieti da autotreni di grande portata e lunghezza per cui un tratto dei parcheggi dell’area è stato chiuso di necessità.
I cittadini di quel rione hanno ricordato la grande battaglia che fu fatta dalle associazioni ambientaliste, dalla stampa e dai partiti per evitare negli anni ’80 la cementificazioni delle rive del Velino e che sembra sia stata dimenticata. Questi si chiedono ora che cosa accadrà dopo che il cantiere sarà chiuso a fine giugno prossimo. L’altra domanda che avanzano le famiglie dei condomini della zona è se saranno sopportabili i rumori che la gigantesca turbina provocherà, collocata come avverrà a soli cinquanta – ottanta metri dalle loro case. E a seguire le domande si ampliano a queste: «Se gli alberi e tutto il verde, gli spazi esistenti prima, torneranno al loro posto come è stato promesso quando il 13 settembre dell’anno scorso “è stato sottoscritto tra il Consorzio della Bonifica Reatina e la Società ATIFER srl (concessionaria della derivazione per lo sfruttamento idroelettrico delle acque del Fiume Velino) […] un Disciplinare Tecnico per la regolazione dei rapporti tra le parti per la gestione comune della traversa fluviale, per la quale il Consorzio è titolare di una concessione di derivazione per scopi irrigui”».
L’intesa sottoscritta nel 2017 e posta in rete sul sito web della Bonifica reatina dove può essere consultata, prevede inoltre «la gestione esclusiva da parte del Consorzio della traversa fluviale durante il periodo irriguo a salvaguardia delle produzioni agricole; […] l’esecuzione di lavori per la ristrutturazione completa della traversa fluviale esistente (nuovo impianto oleodinamico per la movimentazione delle paratoie, nuovo impianto elettrico, nuovi carroponti, manutenzione delle paratoie e delle ventole, manutenzione delle opere civili) con oneri a carico della Società Atifer […]; la sistemazione a verde dell’intero tratto di fiume oggetto di intervento e di tutte le aree consortili (piantumazione, aree attrezzate, pannelli informativi, recinzioni e parapetti, ecc..) con oneri a carico della Società Atifer e l’impiego di personale tecnico ed operaio consortile; il ripristino di tutte le aree esterne del Consorzio al termine dei lavori; la realizzazione di una passerella pedonale sulla traversa fluviale in accordo con il Comune di Rieti e la Provincia di Rieti; l’affidamento al Consorzio di tutte le attività di assistenza, manutenzione e controllo delle opere realizzate e della mini centrale idroelettrica per tutto il periodo di esercizio incentivato della centrale (20 anni)».
Nel cartello esposto ai sensi di legge al di fuori del cantiere è collocata in testa la fotografia di come verrà l’impianto idroelettrico Giorlandina e come lo vedrà l’occhio dei frequentatori dell’area naturale del Velino, Da quel cartello si è appreso che l’impresa appaltatrice delle opere civili è quella di Fabrizio Merlet venuta da Aosta, mentre è di Cuneo la ditta appaltatrice delle opere elettromeccaniche.
C’è da dire a questo punto che sul primitivo programma Rieti 2020 si è inserito il diverso pensiero del nuovo governo della città scaturito dalle elezioni dello scorso anno. La Giunta Cicchetti ha rivisto le opere su cui impiegare i milioni di euro stanziati dal governo. Al riguardo è stato conservato il finanziamento di tre milione e ottocentomila euro per realizzare lo sfruttamento idroelettrico del Velino. L’atto municipale è stato assunto con la deliberazione n. 71 dell’8 maggio scorso dal titolo “Programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie – Rimodulazione della proposta progettuale”.