Walter Filippi (FILT-CGIL), Pietro Meli (FIT-CISL) e Sandro De Luca (UIL Trasporti) ribadiscono «il rispetto di quanto sottoscritto negli accordi siglati con la dirigenza Cotral e la Regione Lazio sulla necessità oramai inderogabile della costruzione del nuovo deposito di proprietà comprensivo di un polo manutentivo centro d’area».
«Dal lontano 16 luglio 2010 – scrivono i tre sindacalisti – Cotral ha avanzato svariate ipotesi e progetti di realizzazione, ma ogni volta c’è stato qualcuno che si è votato alla contestazione. Dopo tanti scioperi ed innumerevoli incontri tra le parti, anche alla presenza del Prefetto di Rieti, finalmente ci è stata comunicata la decisione definitiva e l’inizio dei lavori per la costruzione del nuovo impianto ed al rispetto dei tempi dell’ultimazione dei lavori. Ricordiamo che solo Rieti è tuttora sprovvista di un polo manutentivo efficiente ed efficace a differenza degli altri capoluoghi di provincia dove già da tempo Cotral ha investito in nuovi impianti. Sottolineiamo a tutti ed in particolare a quei “paladini” e “cantori” della difesa e della tutela non si sa bene di che o di chi, che il vecchio deposito di proprietà, per dirne una, si trovava al centro della città (a proposito di traffico e inquinamento) e mai nessun “cantico” si è alzato da costoro. Evidenziamo che il nuovo impianto in costruzione, oltre a creare occupazione (oltre 20 meccanici e non è poco di questi tempi) permetterà di effettuare finalmente una manutenzione seria ed efficiente e quindi ad attenuare quei problemi e disagi in linea che oggi i pendolari stanno subendo in maniera drammatica».
«Nell’ultimo incontro del 21 maggio – proseguono Filippi, Meli e De Luca – è emerso che il nuovo impianto avrà costi realizzativi decisamente inferiori rispetto a quelli stimati nell’area che era stata individuata in zona svincolo di Villa Reatina e che disporrà di maggiori spazi (oltre 3 ettari) e di una carrozzeria Cotral, unica nella Regione Lazio, in cui confluiranno le riparazioni di tutti i mezzi Aziendali dislocati nelle varie Province. Quello che ci rammarica è che, come sempre, a Rieti va di moda dire no a qualsiasi cosa si cerca di realizzare, compresa quella di metterci in condizioni di rifiutare ingenti investimenti voluti in maniera determinante da queste organizzazioni sindacali a favore del nostro territorio. La costruzione del nuovo impianto è indispensabile per il futuro del trasporto Pubblico della nostra Provincia in quanto Cotral è l’unico vettore di collegamento con la Capitale e con gli altri centri limitrofi, a differenza della altre Province che dispongono di una rete ferroviaria adeguata e di impianti Cotral all’avanguardia».
«Ribadiamo che queste organizzazioni sindacali sono state ancora una volta le uniche che hanno posto il problema dell’allontanamento del capolinea Cotral della stazione Tiburtina con una lettera inviata al Prefetto ed a Regione, Provincia, Comune di Rieti, Cotral, denunciando gli ulteriori disagi che i nostri utenti dovranno subire percorrendo un lungo tratto ad ostacoli (attraversamento dell’intero piazzale con autobus privati parcheggiati) per raggiungere le partenze del Cotral poste all’estremità opposta più lontana del piazzale Tibus. Questa nuova scelta scellerata sarà motivo di ulteriore disagio sia per gli autisti che per i passeggeri e causa di scarsa sicurezza per gli spazi ristretti ed inadeguati. La nostra denuncia è finalizzata al ripristino delle partenze così come erano prima dell’inizio dei lavori (area completamente affidata a Cotral) presso il nodo di interscambio della stazione Tiburtina, molto più agevoli e sicure senza l’obbligo di interporre parcheggi a lunga sosta di pullman privati tra arrivi e partenze in un nodo di interscambio con la metropolitana e servizio urbano. Ancora in attesa di un eventuale tavolo congiunto presso la Prefettura di Rieti così come dalla nostra nota del 20 giugno, ci appare strano – concludono i sindacalisti – il silenzio di tutti e che nessuno dei “cantori” del no abbia preso posizione al riguardo e poi ci si lamenta della situazione che viviamo».