La parola “Misteri” ha avuto, nella tradizione cristiana, due accezioni fondamentali: una storica e una sacramentale.
Nell’accezione “storica”, i misteri sono i fatti, gli eventi stessi, prima prefigurati nell’Antico Testamento e poi realizzati in Cristo e proclamati nel Nuovo Testamento, in quanto sono carichi di un significato salvifico che trascende lo spazio e il tempo. Indicano dunque il “fatto” e inoltre il “significato” del fatto. “Discese dal cielo per la nostra salvezza”, “Morì per i nostri peccati”, “Risorse per la nostra giustificazione”: queste frasi ed altre analoghe – formate da un verbo che indica l’evento e da un complemento che indica il significato dell’evento – entrarono ben presto a far parte dei simboli o professioni di fede (il Credo). Esse designano quello che si intende per “misteri della vita di Cristo”.
Nell’accezione “sacramentale”, la parola misteri (mysteria, sacramenta) indica invece i riti sacri o i segni, attraverso i quali quegli avvenimenti storici vengono rappresentati e attualizzati nella Liturgia della Chiesa.
La spiritualità greco-ortodossa ha privilegiato questa seconda accezione, sviluppando una spiritualità misterica tutta incentrata sui sacramenti (Battesimo, Cresima, Eucaristia), come si può vedere leggendo la splendida sintesi di Nicolas Cabasilas, nel medioevo bizantino, intitolata “La vita in Cristo”.
La spiritualità latina ha sviluppato, di preferenza, l’altra linea, quella storica, creando addirittura, a questo riguardo, un nuovo genere letterario, quello della “meditazione dei misteri di Cristo”, che sono cosa diversa dai “misteri del cristianesimo”, che indicano le verità di fede e i dogmi della Chiesa.
Si tratta, evidentemente, di accentuazioni diverse e complementari, perché è chiaro che il mistero cristiano, completo e integrale, comprende l’una e l’altra cosa insieme. Esso, anzi, non si ferma neppure a questi due livelli, perché, accanto al livello storico degli eventi salvifici e a quello sacramentale della ripetizione mistica, comporta anche il livello morale o esistenziale dell’imitazione pratica, a cui tutto deve tendere.
Le “feste liturgiche”, dette anch’esse, talvolta, “misteri” (“sacramenta”) rappresentano già una sintesi di queste diverse prospettive. Da una parte, infatti, con la loro ricorrenza a modo di anniversario, esse richiamano alla mente l’evento che commemorano; dall’altra, con i riti che comportano, rendono presenti e operanti, nei segni, quegli stessi eventi.
Un esempio di quattro livelli diversi del mistero cristiano è la Pasqua: la figura (la Pasqua antica dell’Esodo), l’evento (la Pasqua storica di Cristo), il sacramento (la Pasqua liturgica della Chiesa), l’adempimento (la Pasqua personale del cristiano che consiste nel passaggio dal peccato alla vita in Cristo).
(da: I misteri di Cristo nella vita della Chiesa)
Per gentile concessione della casa editrice Ancora.