«Nel nuovissimo carcere di Rieti, vero e proprio fiore all’occhiello del sistema penitenziario regionale, durante la notte gli oltre 300 detenuti presenti sono privi di assistenza medica ed inferimieristica al punto che agenti di polizia penitenziaria ed operatori sono costretti, nei casi di necessita’, a ricorrere alla guardia medica del capoluogo reatino o, nelle situazioni più gravi, al 118».
È quanto denuncia il Garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni tramite una lettera inviata al Ministro della Giustizia Paola Severino che, nei giorni scorsi, aveva visitato il carcere di Rieti. Nel documento il Garante non esita a definire la carenza di assistenza sanitaria notturna a Rieti, «la criticità fondamentale che coinvolge l’istituto penitenziario».
Per questi motivi, già nelle scorse settimane Marroni aveva invano sollecitato il presidente della Regione Renata Polverini, Il Direttore Generale della Asl di Rieti Rodolfo Gianani e il Provveditore Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria Maria Claudia Di Paolo a trovare una soluzione al problema.
«I miei operatori presenti a Rieti ogni settimana – ha scritto il Garante al ministro Severino – che effettuano decine di colloqui con i detenuti e gli operatori delle aree del trattamento e della sanità, mi segnalano che ai detenuti presenti non è garantita l’assistenza sanitaria nelle ore notturne. Mi rivolgo a Lei, pur non essendo direttamente responsabile della sanità in carcere, dopo aver piu’ volte e finora inutilmente sollecitato la Regione e la Asl competente. Ho apprezzato la scelta sua e del Capo Dipartimento di fare di Rieti un istituto modello. Proprio per questo credo che sia inaccettabile continuare a lasciare centinaia di detenuti e di operatori senza un servizio di guardia medica e infermieristica h 24».
«È universalmente riconosciuto che quello alla Salute è uno dei diritti più trascurati in carcere – ha detto il Garante Angiolo Marroni – un dato di fatto, questo, aggravato dalla circostanza che la limitazione della libertà non consente ai detenuti di scegliere la prestazione sanitaria migliore.Nei mesi scorsi abbiamo tracciato un bilancio della sanità penitenziaria del Lazio con risultati sconfortanti e, purtroppo, ciò che dobbiamo aspettarci dal futuro non è nulla di meglio. Occorre fare di necessità virtù e cercare di utilizzare le poche risorse per risolvere le priorità. Credo che quella di Rieti sia una di queste, da risolvere nel minor tempo possibile».