Gerbino: la Mariantoni è smentita dai fatti

Comune di Rieti

«In relazione all’articolo dell’assessore Stefania Mariantoni in risposta alla CISL FP, sento il dovere di precisare che quanto asserito dalla stessa, pur lodevole e condivisibile nei principi, è puntualmente smentito dai fatti».

Lo dichiara il consigliere Luigi Gerbino, che spiega: «Infatti, i livelli di occupazione non vengono affatto garantiti, come dimostra il licenziamento di ben quattro unità lavorative avvenuto presso il centro “Il Nespolo” soltanto lunedì scorso, né si fa una scelta di professionalità, visto che le persone uscite non mi risultano essere quelle con i titoli più bassi e meno professionalizzate».

«Certo – prosegue Gerbino – il settore va riorganizzato e, dove necessario, anche meglio professionalizzato, ma nel raggiungere detti obiettivi non si può proseguire ad instaurare rapporti di lavoro in assoluta violazione delle norme in materia di lavoro e dei contratti collettivi nazionali. Questo è quanto succedeva prima con Co.co.co o Co.co.pro e succede tuttora con altre forme di contratto atipico per rapporti di lavoro che durano continuativamente da ormai quasi dieci anni e per i quali consiglio ai lavoratori di rivolgersi al giudice del lavoro per vedere riconosciuto il diritto ad un inquadramento a tempo indeterminato ex tunc».

«Il Comune – insiste il Consigliere – nei suoi appalti dovrebbe specificare il numero dei dipendenti che la ditta subentrante dovrebbe assorbire ed il loro inquadramento, anche se il passaggio ad altra impresa è generalmente disciplinato da tutti i contratti collettivi di lavoro. La cosa che più mi lascia perplesso però è che, il comune di Rieti, che si erge giustamente a paladino dei lavoratori che nelle aziende del nucleo rischiano il licenziamento a seguito di ristrutturazioni aziendali, che indice per questo Consigli Comunali straordinari, che organizza manifestazioni presso il competente ministero, nel momento in cui ristruttura i propri servizi non si ponga il problema del come fare per mantenere i livelli occupazionali».

«Se c’è un esubero di personale – conclude Gerbino – piuttosto che mandare a casa alcune persone si potrebbe ridurre a tutti le ore lavorative mantenendo momentaneamente i livelli occupazionali, procedendo poi alla riduzione, non rimpiazzando coloro che andranno in quiescenza o andranno via per aver trovato un lavoro migliore. Insomma, vi sono molti modi per organizzare una ristrutturazione tranne quello di emulare la Schneider».