La formazione degli operatori pastorali della diocesi di Rieti ha vissuto ieri, domenica 9 febbraio, il suo terzo appuntamento presso il Centro Pastorale di Contigliano. Un incontro partecipato da circa 250 persone, tra laici impegnati, sacerdoti, diaconi e religiosi, segnando un ulteriore passo nel percorso triennale guidato da padre <strong>Gaetano Piccolo</strong>, che ha offerto ai presenti una riflessione sul tema “Leggersi dentro: un metodo per pregare”.
Dopo un momento iniziale di preghiera guidato dal <strong>vescovo Vito</strong>, il direttore dell’Ufficio di Pastorale, don <strong>Paolo Blasetti</strong>, ha introdotto l’incontro sottolineando il valore di un cammino che non si esaurisce nella formazione individuale, ma che plasma lo stile della comunità ecclesiale nel suo insieme. «Quello che stiamo vivendo non riguarda solo la vita personale dei singoli membri della comunità cristiana, ma è il delinearsi di uno stile che coinvolge tutta la Chiesa», ha affermato. «Siamo partiti dal desiderio, abbiamo esplorato la dimensione della vita spirituale, oggi ci interroghiamo su come possiamo riconoscere ciò che ci abita dentro per vivere un’autentica relazione con Dio».
Padre Gaetano Piccolo, gesuita e docente presso la Pontificia Università Gregoriana, ha sviluppato il tema della preghiera come strumento di conoscenza di sé, partendo da un’immagine suggestiva: “La nostra interiorità è come un filo di perle. Abbiamo tanti pensieri, emozioni, affetti, ma se non troviamo un filo che le unisce, restano elementi sparsi senza coesione». Il metodo proposto consiste nell’uso della Parola di Dio come specchio della propria vita: «Ogni volta che leggiamo un testo biblico, dobbiamo chiederci quale parte di noi sta illuminando e quale strada ci suggerisce per crescere».
Durante l’incontro, il relatore ha anche guidato i presenti in un’esperienza pratica di preghiera contemplativa, proponendo un esercizio incentrato sulla figura della Samaritana e il suo incontro con Gesù al pozzo. Attraverso una meditazione guidata, i partecipanti sono stati invitati a rivivere la scena con i propri occhi, ascoltando le parole di Gesù come un messaggio rivolto direttamente a loro. «Non è una questione di fare riflessioni teologiche astratte, ma di lasciarsi toccare nel profondo: la preghiera autentica ci cambia», ha affermato padre Piccolo, sottolineando l’importanza di mettersi in ascolto della Parola con il cuore aperto.
Oltre alla contemplazione, il relatore ha offerto alcuni strumenti pratici per affinare la capacità di leggere la propria interiorità alla luce della fede. Ha illustrato la “finestra di Johari”, un modello psicologico che aiuta a distinguere tra ciò che conosciamo di noi stessi, ciò che gli altri vedono e ciò che resta nascosto alla nostra consapevolezza. «La preghiera è anche questo: uno spazio in cui possiamo lasciar emergere le parti di noi che spesso ignoriamo e che Dio invece conosce e illumina con la sua grazia», ha spiegato.
Infine, padre Piccolo ha concluso l’incontro con un invito a praticare quotidianamente un esercizio semplice ma potente: porsi davanti a un brano della Scrittura e chiedersi «Quale parte di me sta illuminando?» e «Che cosa mi sta suggerendo per crescere?». «Questa pratica», ha sottolineato, «aiuta a trasformare la preghiera in un vero cammino di maturazione spirituale».
Al termine della giornata formativa, il vescovo Vito ha ringraziato i partecipanti per il loro impegno e ha ricordato alcuni appuntamenti imminenti per la diocesi, insistendo in particolare il pellegrinaggio giubilare del prossimo 29 marzo, occasione di comunione e crescita spirituale per l’intera comunità, e sull’opportunità di essere una diocesi accogliente per i pellegrini che stanno vivendo il percorso giubilare.
L’itinerario formativo proseguirà il 9 marzo con un incontro dedicato al discernimento, ulteriore tassello in questo percorso.