Chiesa di Rieti

Formazione pastorale: il discernimento al centro del cammino ecclesiale

Nell'incontro di formazione per gli operatori pastorali di marzo, padre Gaetano Piccolo ha guidato una riflessione sulla vita spirituale come ascolto e consapevolezza, per un servizio ecclesiale radicato nella libertà interiore

Un percorso che si fa sempre più profondo, un cammino che interpella la vita interiore e il servizio ecclesiale. L’incontro di formazione per gli operatori pastorali, vissuto domenica 9 marzo presso il Centro pastorale diocesano di Contigliano, ha rappresentato una nuova tappa nel percorso di crescita promosso dalla Diocesi di Rieti.

Dopo i saluti iniziali e alcuni avvisi da parte del vescovo Vito, l’incontro è stato introdotto da don Paolo Blasetti, direttore della pastorale, che ha offerto una riflessione sulla necessità di affrontare le rapide della storia senza perdere la bussola della fede. Richiamando il pensiero di Benedetto XVI e il magistero di san Giovanni Paolo II, don Paolo ha sottolineato l’importanza della dimensione contemplativa nella vita della Chiesa: «Una Chiesa che non sa leggere la storia come storia di salvezza finisce per smarrire il suo ruolo profetico».

A condurre il cuore dell’incontro è stato padre Gaetano Piccolo, al quale è affidato l’intero ciclo formativo per gli operatori pastorali. La sua riflessione si è incentrata sul discernimento, inteso non come semplice strumento di scelta, ma come la vera e propria sostanza della vita spirituale. «Discernere – ha spiegato – significa diventare consapevoli di ciò che si muove dentro di noi: i nostri desideri, i nostri sentimenti, i nostri pensieri».

Un percorso di conoscenza di sé, dunque, che interpella direttamente il modo in cui ogni persona vive la relazione con Dio. Attraverso un’analisi degli stili di personalità e delle diverse modalità con cui il Signore si relaziona a ciascuno, padre Gaetano ha offerto agli operatori pastorali una chiave per comprendere il proprio cammino e accompagnare meglio gli altri. «Non esiste discernimento senza preghiera – ha ammonito –. Se il discernimento è ascolto di ciò che Dio sta dicendo nella nostra vita, non possiamo farne un esercizio puramente umano».

L’incontro si è chiuso con un invito alla responsabilità e alla libertà interiore. «Se vogliamo camminare nella fede, non possiamo essere ostaggi delle nostre paure o delle nostre illusioni», ha sottolineato padre Gaetano. «Il discernimento è il setaccio della nostra vita: separa ciò che è buono da ciò che ci appesantisce, affinché possiamo scegliere in libertà e verità».

Un terzo passo del cammino che spinge a guardare in profondità e a vivere il servizio ecclesiale non come un semplice impegno, ma come un’autentica risposta alla chiamata di Dio.