Si è concluso il 31 con la celebrazione eucaristica il percorso mariano della parrocchia di Santa Maria delle Grazie in Vazia. Il mese di maggio, infatti, è stato contrappuntato dalla recita del Rosario ogni martedì nelle varie frazioni ogni giovedì nelle zone centrali. E in un anno ricco di eventi, la liturgia finale ha coinciso con la messa di ringraziamento per i vent’anni di sacerdozio del parroco don Zdenek Kopriva, ordinato con don Tarcisio Andrò, oggi membro del clero americano, da mons Delio Lucarelli.
Un’occasione che, in un’atmosfera serenamente e fervidamente partecipata, ha visto la presenza, oltre di parrocchiani di Castelfranco, Lisciano, Lugnano, Madonna del Passo, di quelli giunti da Grotti, Villa Grotti e Casette, insieme agli amici del sacerdote e ai rappresentanti di Azione Cattolica, la cui presidente, Silvia di Donna, ringraziato don Zdenek per il suo impegno di assistente dell’associazione.
Durante la funzione religiosa, il salmo tratto dal Cantico dei Cantici ha riportato una figura femminile un po’ antica, certo non corrispondente a quella corrente, ma che mostra quanta ricchezza si può elargire semplicemente compiendo con amore quello che ognuno di noi è chiamato a fare.
Il tempo favorevole ha consentito di officiare la Santa Messa all’aperto dell’areale Santa Maria Assunta. Sull’ampio prato spiccavano il grande ulivo presso il quale era sistemato l’altare e i cespugli di rose in piena fioritura. Le sedie e le panche sono state disposte a semicerchio in modo che tutti potessero seguire la funzione immersi nella natura e avvolti dalla spiritualità emanata dal luogo e coralmente accompagnata da buona musica.
Don Zdenek, nella sua omelia ha rivolto il pensiero alla festa mariana, orientando a vedere Maria, colei che riceve il dono e corre con questa gioia da Elisabetta per condividerla, colei che va dalla sua cugina anziana per aiutarla, per essere sempre pronti ad aprire il nostro cuore agli altri e condividere la gioia con loro e portare aiuto dove necessita.
Il parroco ha esortato a vedere nella Chiesa sempre una comunità: «non “la mia” fede, “il mio” rapporto intimo con il Signore», ma un qualcosa che si realizza «nella gioia condivisa e nella corresponsabilità reciproca».
Il sacerdote ha reso i presenti partecipi, durante la sua meditazione, del cammino di vita da lui intrapreso alla ricerca della bellezza e della bontà che il nostro mondo contiene, ma che in esso vengono costantemente contraddette.
In questo, a suo dire, è stato molto aiutato e sostenuto da tutti i suoi parrocchiani passati e presenti, che sono andati via via aumentando nel numero e nella condivisione sino a formare questa odierna comunità così vivace, operosa, collaborativa e accogliente quale si può vedere e apprezzare oggi.
Molto gradite le degustazioni salate e dolci varie e saporite preparate da mani esperte nella cena che è seguita a conclusione dell’incontro.