Famiglia e società: il grave rischio del ”divorzio breve”

“La famiglia è un bene per i suoi membri e lo è anche per la collettività. Per questo la società deve difenderla, sostenerla e promuoverla; e non deve contribuire a renderla fragile in nessun modo, ivi compreso il cosiddetto divorzio breve”. Perché, “non dobbiamo dimenticare, e questo rischio oggi esiste, che prima e più dei diritti veri o presunti degli adulti, ci sono i diritti dei bambini”.

Sono due passaggi dell’omelia che l’arcivescovo di Genova e presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, ha pronunciato stamani a Locri durante la Messa celebrata in occasione della conclusione della settimana diocesana della famiglia promossa dalla Diocesi di Locri-Gerace. Una convocazione, ha detto il porporato, che “porterà buoni frutti per questa Chiesa, ma anche per questa meravigliosa Regione che, nonostante ferite antiche e nuove, non cede alla rassegnazione e non rinuncia alla bontà del suo animo e alle nobili energie della sua indole”.

Due precarietà.

“In una cultura del tutto-provvisorio – ha spiegato ancora il porporato parlando ai numerosi fedeli presenti nello stadio sportivo di Locri – l’introduzione di istituti che per natura loro consacrano la precarietà affettiva, e a loro volta contribuiscono a diffonderla, non sono un aiuto né alla stabilità dell’amore, né alla società stessa”. Infatti, “la famiglia non è un aggregato di individui, o un soggetto da ridefinire a seconda delle pressioni di costume; non può essere dichiarata cosa di altri tempi” perché la famiglia “affonda le proprie radici nella natura stessa dell’umano e quindi nella storia universale”. Parlando dei bambini, il cardinale ha quindi ricordato che tra i loro diritti vi è quello di “avere un padre e una madre certi, dunque una famiglia caratterizzata non da confini precari e da tempi incerti, ma definita e permanente, nella quale il grande compito educativo trova la sua prima aula”.

Non sacrificare la domenica.

Con queste motivazioni il cardinale ha quindi ammonito a non sacrificare la domenica ed il riposo settimanale a false motivazioni economiche. Il rischio concreto e reale è di perdere in coesione sociale. “In questo orizzonte – ha affermato il cardinale – si colloca anche la domenica, giorno del Signore e della Chiesa, ma anche giorno dell’uomo, della famiglia e della società. Per le sue valenze anche antropologiche la domenica non può essere sacrificata a ragioni economiche: per questa strada non si risolve nessun problema pratico, ma si ottiene solo una società più agitata. Si perde in coesione sociale”.

Se la famiglia è solida.

“Della famiglia – aveva detto all’inizio dell’omelia il cardinale Bagnasco – non si parlerà mai abbastanza, tanto grande è la sua importanza nella Chiesa e nella società” e tanto più in Italia dove “nonostante le difficoltà che conosciamo, continua ad essere un punto di riferimento fondamentale, nonché il presidio che regge il tessuto della società”. Da qui la sottolineatura che “se la famiglia è solida il Paese sarà solido, se la famiglia è sostenuta con politiche efficaci, il Paese crescerà”. Infatti, “c’è un legame inscindibile tra famiglia e società, e sottovalutare questo rapporto significa essere miopi, si mette a rischio l’oggi e il domani”. Al punto che, ha sottolineato, “veramente possiamo dire che senza famiglia non esiste futuro”.

Grembo della vita.

L’importanza della famiglia, ha spiegato ancora il porporato nell’omelia, deriva dal fatto che “senza la famiglia non c’è un vero grembo della vita, perché essa è la prima palestra di umanità dove il bambino impara a conoscersi attraverso il papà e la mamma, apprende ad avere fiducia in se stesso e negli altri, a misurarsi con le difficoltà; dove intuisce che il dolore fa parte della vita e impara a non avere paura”. Inoltre, ha detto ancora il cardinale, “dobbiamo essere attenti a non assuefarci all’idea che anche l’amore si usura e finisce” perché questa “non è una fatalità”. Al contrario, “dobbiamo ricordare onestamente a noi e agli altri che l’amore è una cosa viva, e pertanto, come tutto ciò che vive, bisogna custodirlo, difenderlo, coltivarlo perché cresca. Cresce quando mette radici sempre più profonde nei due cuori, quando attraversa difficoltà e prove, quando rinnova la scelta della persona amata”.