Chiesa di Rieti

È scomparsa Vincenzina Maioli, una vita donata nella quotidianità della Chiesa

È morta alla vigilia di Natale Vincenzina Maioli, presenza silenziosa accanto a don Amerigo. Consacrata laica nelle Oblate di Cristo Re, ha condiviso per tutta la vita il ministero del fratello sacerdote, sostenendone l’impegno pastorale e missionario e accompagnandolo fino alla fine

Se ne è andata alla vigilia di Natale Vincenzina Maioli, che in tanti a Rieti ricordano come “l’angelo custode” di suo fratello don Amerigo. Donna minuta quanto volitiva, semplice quanto energica, era stata sempre accanto al fratello sacerdote, insieme al quale aveva a lungo vissuto nell’appartamento al palazzetto dei canonici accanto alla Cattedrale.

Era consacrata laica nelle Oblate di Cristo Re, istituto secolare femminile che raccoglie donne nubili o vedove nella professione dei consigli evangelici nella quotidiana vita laicale. Una consacrazione che Vincenzina ha espresso soprattutto affiancando il ministero sacerdotale di don Amerigo, in particolare condividendone lo zelo per le missioni negli anni in cui era direttore dell’Ufficio missionario diocesano. Poi, dopo un delicato intervento chirurgico, lo ha amorevolmente assistito per anni, giorno dopo giorno, fino alla morte.

Continuando sempre una vita di preghiera e di meditazione spirituale, collaborando come poteva alle attività pastorali e in particolare alle opere missionarie, finché le forze glielo hanno consentito. Gli ultimi anni Vincenzina li ha vissuti servendo Dio nella sofferenza, ospite della casa di riposo delle suore di Santa Lucia prima, poi di una struttura sanitaria, per spegnersi infine all’ospedale di Rieti. Familiari e conoscenti l’hanno salutata nel funerale celebrato nella basilica di Sant’Agostino dal parroco don Marco Tarquini, insieme a don Paolo Blasetti, parroco della Cattedrale, che ha condiviso un messaggio di partecipazione da parte del direttivo delle Oblate di Cristo Re, don Filippo Sanzi, don Roberto D’Ammando e don Giovanni Franchi. Qualche giorno dopo, la tumulazione al cimitero di Belmonte, il paese nativo, con la benedizione del parroco don Franco Angelucci.