Da grande voglio fare lo spazzino

Fa discutere la proposta del Comune di far pulire le strade ai rifugiati. Sarà pure integrazione, ma non si poteva far lavorare qualche disoccupato?

“Ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo e trarne il più gran profitto”. È la formula che indica la natura dell’economia di mercato. É il motto del capitalismo selvaggio e aggressivo che ha danneggiato, e non poco, le economie e le politiche sociali negli ultimi anni.

Vedere applicata tale regola da una Giunta comunale desta qualche preoccupazione. Guardiamo al provvedimento messo in campo in questi giorni per cercare di rendere pulite le vie del capoluogo. Piuttosto che far pesare all’ASM la proprie assenza cronica, magari sfiduciando il C.d.A, il Comune affida la pulizia della città ai rifugiati.

Costeranno pure poco, ma anche mandare a casa gli amministratori della municipalizzata sarebbe un bel risparmio. Almeno a guardare il rapporto tra i loro stipendi e i risultati che ottengono. E non solo nella pulizia delle strade, ma anche nella gestione dei rifiuti e nel trasporto pubblico.

Ma lasciamo perdere. Il tema è più semplice: a Rieti mancano gli spazzini. Vuol dire che c’è lavoro da creare. C’è da bandire concorsi per selezionare operatori ecologici. E c’è il problema di trovare i fondi per dare loro il giusto salario. Tutti problemi che la Giunta Petrangeli ha pensato bene di aggirare. In fondo basta prendere 20 rifugiati politici, armarli di divisa e di ramazza, e mandarli a ripulire le vie della città: cosa c’è di più semplice?

Ecco applicata la formula del capitalismo aggressivo: si ottiene chi dovrà liberare le vie dai rifiuti senza troppa fatica e senza andare ad incidere sulle disastrate casse comunali. Solo su quelle però. Perché intanto, giustamente, lo Stato sostiene i rifugiati politici. I fondi, di solito, sono gestiti da cooperative e associazioni, che in cambio forniscono vitto e alloggio. Come si dice: paga sempre Pantalone!

Comunque sia, la Giunta di Rieti è tra le prime a fare certe scelte e se ne vanta. Le presenta come il baluardo di una buona politica, aperta e solidale. Ma è davvero questa la via giusta? Inseguire il decoro (urbano), senza dover dare in cambio granché, educa e ad una buona convivenza?

Accogliere i richiedenti asilo è un gesto di civiltà. L’integrazione è il faro di ogni società moderna, libera da certi insopportabili luoghi comuni e da pericolose tare razziste. Ma perché non invitare i rifugiati a “metterci del loro” in una delle tante associazioni di volontariato? Dare una mano a chi spegne gli incendi estivi, a chi aiuta nelle strutture ospedaliere per senso civico, non sarebbe una lezione migliore? È meglio affidare a chi scappa da situazioni drammatiche la nostra inciviltà? È utile far ripulire dagli ultimi arrivati la nostra zozzura? E con quale contratto di lavoro?

E poi diciamocelo: tornare a spendere per la pulizia della città, soprattutto in un momento difficile come questo, avrebbe educato non solo i rifugiati, ma anche i cittadini. Invece, implicitamente, si dice che sporcare la città, e quindi pulirla, in fondo costa poco. Ma se si tratta di coniugare pulizia e risanamento delle casse comunali, non sarebbe meglio fare qualche multa in più? Magari dandone facoltà proprio a operatori regolarmente assunti. Quand’ero bambino, lo spazzino mi sgridava se buttavo per strada una cartaccia. Quanta saggezza!

Ma è inutile parlarne. Presa una decisione la Giunta Petrangeli tira dritta come un treno in corsa. Tanto c’è sempre chi dice che gli italiani certi lavori non li vogliono più fare. Anche se nessuno ha voluto verificare la cosa tra i disoccupati reatini. Meglio però non accusare di razzismo chi prova a difendere il diritto all’occupazione e alla sopravvivenza degli italiani più in difficoltà. Si rischia di innescare una guerra tra poveri che non serve a nessuno. Specie di fronte a una Giunta talmente di “sinistra”, da adottare in pieno le linee guida del peggior capitalismo.