Costini: «in Inghilterra vivono benissimo»

Questo pomeriggio, nella Sala dei Cordari, Felice Costini ha presentato a Rieti il movimento “Prima l’Italia”, neonata creatura di Gianni Alemanno. La proposta, ha spiegato Costini, non è stata elaborata per fare un partitino. Si tratterebbe piuttosto di dare vita ad uno strumento capace di frenare la diaspora della destra. Un risultato che dovrebbe essere conseguito esercitando l’umiltà e riscoprendo le proprie radici, senza porre filtri di ordine personale o generazionale. Bisogna al contrario tornare a difendere l’orgoglio nazionale e la sovranità, anche rompendo con dogmi «tipo l’euro». La moneta unica, ha ricordato Costini, non è un obbligo dettato da Dio: «senza l’euro non c’è l’inferno. In Inghilterra vivono benissimo».

Un discorso che il leader di Area aveva già affrontato annunciando la giornata: «L’Italia oggi – aveva dichiarato – ha bisogno di riscoprire il proprio orgoglio di nazione e di popolo, uscendo dalla palude di una globalizzazione economica e culturale, imposta dalla tecnocrazia finanziaria europea. A chi ritiene il pareggio di bilancio un valore, noi rispondiamo che al primo posto, per chi fa politica, deve esserci il benessere del popolo, la giustizia sociale, la possibilità di realizzarsi attraverso il lavoro. Pertanto rifiutiamo il modello sociale che ci è stato imposto in questi anni dalla finanza mondiale ed europea, e vogliamo ridiscutere la nostra partecipazione all’Europa, dalla quale veniamo costantemente umiliati».

Secondo Costini «la crisi economica è diventata il cavallo di Troia attraverso il quale si impongono i disvalori del relativismo culturale progressista, che immagina una società in cui i diritti individuali prevalgono sui doveri comunitari, in cui la famiglia, quella naturale, composta da un padre ed una madre costruiscono il futuro ed il legame tradizionale di un popolo viene sostituita da un “patto sociale” tra singoli individui, senza sesso; oggi il nostro popolo e la nostra Patria hanno bisogno di difendere la propria identità e sovranità nazionale, per impedire che i cultori del mondialismo, di coloro che cioè immaginano un mondo di individui privi di legami comunitari ed identitari governati da un oligarchia di pochi illuminati finanzieri, prevalga».

Sull’onda di questo ragionamento, “Prima l’Italia” dovrebbe evitare «modelli “para renziani” di protagonismo individuale, di giovanilismo televisivo, figli di una cultura dell’apparenza quanto mai lontana dalle nostre radici» rivendicando piuttosto quella «rivoluzione che sognavamo», ma che in un ventennio ha prodotto unicamente «la giornata delle foibe e 5 anni di ottima politica agricola!».

Quindi Costini non ha dimenticato di criticare l’amministrazione Petrangeli e di fare riferimento ai soliti nodi irrisolti della politica locale: la Rieti-Torano (da fare perché serve per modernizzare la città), l’alberghiero (da fare perché attrarrebbe giovani da tutta Italia) ed aree ex-industriali (da recuperare, ma senza soggiacere a un «Raggi che viene a Rieti e impone con arroganza le sue posizioni»).

La formula magica? Mettere insieme difesa del territorio e sviluppo. Può sembrare un po’ vaga, ma suona quasi bene.

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Foto di Massimo Renzi.