Alle confraternite un invito alla vera fraternità. È l’esortazione giunta da monsignor Lorenzo Chiarinelli ai sodalizi intervenuti a condividere la festa della parrocchia di Colli sul Velino per il suo duecentesimo compleanno. Dopo la meditazione svolta a Labro, il vescovo emerito di Viterbo, invitato dal parroco don Luciano Candotti a condurre la prima delle due giornate di festeggiamenti, ha presieduto la messa nella chiesa parrocchiale di Santa Maria Maddalena, concelebrata con il vescovo emerito di Rieti, monsignor Delio Lucarelli, e cinque sacerdoti: don Valerio Shango, monsignor Gottardo Patacchiola, don Giovanni Gualandris, don Nicolae Zamfirache, oltre allo stesso don Luciano. Presente pure padre Mariano Pappalardo, responsabile diocesano per le confraternite, che ha poi provveduto ad animare la successiva processione eucaristica.
Da parte di don Lorenzo, dunque, alla comunità collana e alle confraternite unitesi ai festeggiamenti, l’invito a considerare come proprio dalla Santissima Trinità, nella cui festa liturgica si svolgeva l’evento, scaturisce il senso stesso dell’essere fratelli, dell’essere comunione, dell’essere Chiesa: «festeggiamo il culmine della nostra fede, il volto del nostro Dio, che non è solo, è Padre, Figlio e Spirito. Allora è la festa della compagnia, dello stare insieme. Dio è Padre, Figlio e Spirito e noi siamo creati a sua immagine e somiglianza: questa immagine e somiglianza è capacità di stare in relazione. L’uomo è tale perché è capace di aprirsi all’altro: non esiste un “io” senza un “tu”. Oggi veniamo da una cultura che ha enfatizzato l’io, fino a creare disastri non solo sul piano culturale, ma anche delle relazioni tra popoli, traducendosi in egoismo, in presunzione, nel guardare l’altro come “l’altro” ma come il “non-io”».
«Mentre i cristiani – ha incalzato mons Chiarinelli – testimoniano un Dio che è profonda unità e comunione. E il festeggiare i due secoli di esistenza della parrocchia ci rimanda a un periodo in cui, prima di questa istituzione, la comunità collana aveva sperimentato proprio il valore della comunione di un popolo che, quando il paese era una cappellania dipendente dall’arcipretura di Labro, si occupava concretamente, attraverso una confraternita laicale, di gestire la cappella che poi venne trasformata in parrocchia a tutti gli effetti. La Chiesa – ha sottolineato don Lorenzo – è piena comunione e piena corresponsabilità, che interpella clero e laicato a pieno titolo».
La celebrazione del “compleanno” deve dunque essere occasione per ribadire il senso di fraternità che è alla base dell’essere Chiesa. E del saper testimoniare questa fraternità anche all’esterno: «Essere Chiesa, attorno alla mensa eucaristica – ha detto al termine dell’omelia, il vescovo emerito di Viterbo – ci spinge a essere, per dirla con papa Francesco, “Chiesa in uscita”, ripensando anche alla figura della titolare della parrocchia: Maria di Magdala, la prima a incontrare Gesù risorto, fuori dal sepolcro: perché «Gesù non è nel sepolcro, è fuori, è nella vita di tutti i giorni, è dove ci sono gli altri, dove cammina la nostra esperienza». E la storia della parrocchia, che don Luciano ha tanto bene riassunto nei libri pubblicati per l’occasione, diventi, ha concluso Chiarinelli, «vita nuova e speranza per un futuro di fraternità e di pace».
Al termine della Messa, l’atto di omaggio della comunità di Labro a quella di Colli, ricambiando il gesto svolto poco prima nella collegiata che di Colli è la “chiesa matrice”: stavolta è il sindaco di Labro, Gastone Curini, a consegnare a quello di Colli, Alberto Micanti, un quadro in bassorilievo, raffigurante la patrona santa Maria Maddalena, anch’esso opera dell’artista Franco Bellardi. Residente in paese e autore del ciclo pittorico che arricchisce la chiesa con l’affresco dell’abside e le quattro tele agli altari laterali, anche il pittore ha rivolto il suo saluto ai convenuti, prima che il Santissimo Sacramento venisse esposto nell’ostensorio. La santa ostia, sotto il baldacchino sorretto dai confratelli, è stata condotta nel sacro corteo, con la partecipazione dei parrocchiani e dei sodalizi con i loro stendardi e insegne, fino alla vecchia chiesa di Santa Maria Maddalena, fuori il paese, recuperata anni fa e di recente riconsacrata dal vescovo Pompili, dove è stato cantato il Te Deum di ringraziamento per concludere con la benedizione eucaristica impartita da monsignor Lucarelli.