Nel giorno in cui tutti i quotidiani italiani, le radio e le TV, rilanciano gli appelli dei vertici delle associazioni degli industriali edili e richiamano l’attenzione degli amministratori locali e governativi sul disastro che la crisi ha provocato nel comparto trainante di tutte le economie moderne, il prof. Paolo Tigli, già sindaco della giunta tricolore DC, PCI, PRI a cavallo degli anni ‘80-‘90 e presidente della commissione consiliare unitaria che ha approntato lo studio nella passata consigliatura sulle ex-aree industriali e sulla loro riutilizzazione, ha riproposto, in una conferenza stampa tenutasi nella sede della Camera di Commercio, il tema nel tentativo (forse ancora vano!) di convincere l’attuale Giunta e la maggioranza in carica a Palazzo di Città, invitando il sindaco Simone Petrangeli a sciogliere l’arcano dubbio e a rispondere con un sì od un no alle società edilizie che hanno legittimamente corrisposto ad un bando comunale, hanno presentato progetti di massima, hanno tirato fuori le fideiussioni delle banche, che hanno un costo notevole, contando su quanto stabilito da una deliberazione votata all’unanimità.
La preoccupazione che la nuova maggioranza comunale non tenga conto degli esiti di questo incontro di Tigli con la stampa, l’hanno suscitata le affermazioni, davvero scoraggianti, dei segretari provinciali di CISL e CGIL, Bruno Pescetelli e Tonino Pietrantoni, apparsi impotenti innanzi ai silenzi della civica amministrazione, anche se hanno tentato di non dimostrarlo.
Il primo ha detto: «Ho avuto un incontro ufficiale con l’assessore all’urbanistica il quale mi ha comunicato che i Piani Integrati non vanno. Ne ho ricavato l’intenzione che si vuole ricominciare tutto daccapo».
Pietrantoni ha più volte espresso il convincimento che cercare di convincere sindaco e giunta a dimostrare la volontà di affrontare i temi veri e decisivi della città, è come sparare su di un bersaglio con palle di gomma. Ritornano indietro senza scalfire neanche l’obiettivo.
Antonio Zanette, direttore di Federlazio, ha aggiunto: «Terribile pensare di cambiare un’altra volta quanto già era stato deciso. Questa procedura adoperata anche per altre vicende, è ora di smetterla. Non è possibile rimettere mano a quello che sembrava condiviso da tutti. Le imprese edili reatine sono afflitte da IMU e Tarsu che l’amministrazione applica su case costruite e non ancora vendute a causa della crisi».
Il presidente della Camera di Commercio Vincenzo Regnini, intervenuto a questo punto, ha affermato che l’economia reatina, così come quella italiana, si rimetterà in moto in due modi: saldando i crediti che le imprese vantano verso lo Stato e gli enti pubblici e locali e mettendo in cantiere le grandi opere. «Le grandi opere non sono soltanto le autostrade o il Ponte sullo Stretto, ma anche le nostre lo sono: le ex-aree industriali, il polo della logistica, l’alberghiero, il Terminillo. Il mio è un intervento per stimolare ed infine un appello che rivolgo all’amministrazione comunale».
Parlando delle ex-aree industriali, è il caso di tornare a sottolineare il perché della conferenza-stampa di Tigli. E cioè l’utilizzo delle aree industriali di Snia, Montedison, Zuccherificio, per cui sono stati mostrati video e foto dei progetti preliminari, così come due mesi fa, fece il presidente di Coop Centro Italia Giorgio Raggi.
Tigli, uno che conosce bene la materia e che ha studiato a fondo i problemi ad essa correlati, ha dichiarato che «se Rieti volesse, potrebbe diventare finalmente una città moderna in tutti i sensi. Il recupero delle aree del primo nucleo industriale reatino e la loro utilizzazione consentirebbe, nei prossimi dieci anni, investimenti per oltre 300 milioni di euro (60 da subito di Coop!), l’utilizzazione di trecento maestranze da impiegare nei cantieri. Un’occasione straordinaria anche per il Comune che incasserebbe parecchi milioni di oneri urbanistici, sanando il deficit attuale che registra. Se non si assumono celermente provvedimenti consoni alla situazione disperata dell’economia cittadina e provinciale, Rieti finirà per diventare un sobborgo ternano. Oramai i lavori della superstrada per il capoluogo umbro sono agli sgoccioli. Andremo a Terni in undici minuti e mezzo! – ha sottolineato l’ex sindaco tricolore – Vi lascio immaginare cosa significa».
Felice Costini, ex assessore all’urbanistica della giunta Emili ha portato in conferenza le ragioni dei Piani Integrati illustrandoli e sostenendo in pratica, di non dover tornare indietro ancora una volta e cominciare tutto daccapo. Il ché, secondo l’avv. Emili, già componente della commissione consiliare presieduta da Tigli, aprirebbe non pochi procedimenti risarcitori verso l’amministrazione comunale da parte delle imprese edili e delle società che hanno risposto al bando pubblico.
Il consigliere comunale di maggioranza Emanuele Donati, ha partecipato alla conferenza con il desiderio di conoscere in diretta l’esperienza della commissione Tigli, il suo lavoro condotto con serietà e in profondità, assumendo motivazioni dall’analogo caso vissuto dalla città tedesca di Nohrton per il recupero dell’area di un ex zuccherificio in quel territorio, molto simile al nostro. Al riguardo è stato mostrato un filmato su quel recupero, la cui versione italiana è stata curata dall’Istituto alberghiero il cui piano di ampliamento è in forse per le indecisioni, le strumentalizzazioni e le divisioni del consiglio comunale sull’approvazione o meno del progetto, peraltro finanziato con 4,5 milioni di euro e già appaltato.
Mentre si discuteva del caso Rieti in Camera di Commercio, i maggiori giornali nazionali evidenziavano oggi il disastro dell’edilizia italiana con questi titoli: Il «Corriere della Sera», “Mercato casa fermo, in sei anni persi oltre 74 miliardi”; «Il Sole 24 Ore», “Il rapporto ANCE sui pagamenti. Dati pesantissimi”; «La Repubblica», “Squinzi: Stagione nera. Ance, serve piano Marshall; «La Stampa», “Casa, il mercato è ancora fermo. Squinzi: Lontani dalla fine della crisi”.
«Le imprese sono ridotte allo stremo: abbiamo perso 690mila posti di lavoro considerando tutta la filiera delle costruzioni e si stima che 50.000-80.000 persone, oggi in cassa integrazione, potrebbero non essere reintegrate». Lo ha detto ieri il presidente dell’Ance, Paolo Buzzetti, aggiungendo che «11.200 imprese edili sono fallite, il 28-30% delle aziende non sono in condizioni di reggere un altro anno per mancanza di liquidità causata dai ritardati pagamenti ledo Stato».
Alcuni mesi fa, il presidente di Federlazio ing. Antonio D’Onofrio, fornì dati catastrofici sull’edilizia reatina e sabina, sollecitando gli amministratori pubblici a cantierare i progetti finanziati, a rimuovere pretestuosi ostacoli, a dare il via al Polo della logistica, Alberghiero, Terminillo e ai Piani Integrati.
Cosa è stato fatto al riguardo per ovviare, lenire la disoccupazione, aiutare le piccole e medie imprese a rischio di fallimento? È stato detto dagli intervenuti che si è costituita una commissione tecnica comunale che rischia di diventare raccolta di tutte le tensioni.
Invece di affrontare queste problematiche assai serie e concrete, hanno affermato i sindacalisti presenti alla conferenza-stampa, il Consiglio Comunale è chiamato a discutere piccoli, piccolissimi problemi, ininfluenti riguardo alla crisi anche perché il tempo vola. A settembre la superstrada per Terni sarà aperta. I settemila reatini che Raggi dichiarò che già si spostavano a Terni per i loro acquisti, si moltiplicheranno. «E il consiglio comunale – ha detto ancora il segretario della CGIL Pietrantoni – starà ancora a discutere della sistemazione viaria di Largo Cairoli!».