Il buon Bergamini, che mi spiace abbia preso un po’ d’aceto, scrivendo a commento di una mia nota che, peraltro, non ha pubblicato, mi definisce “persona intelligente e onesta”.
Ne prendo, volentieri, atto! Ma allora, data questa mia condizione intellettuale e morale, come fa ad attribuirmi dei “compagni di merende”? Gli suggerirei la freddezza che si addice al cronista e quella saggia prudenza che è bene accompagni l’uomo maturo!
L’eventuale amicizia per un intervistato o il probabile tifo per un’inchiesta possono guastare l’equilibrio necessario a chi dirige un giornale. Se va a sfogliare l’archivio de “Il Messaggero” troverà pagine e pagine dedicate all’inchiesta CREA che mise a soqquadro la città e provocò un terremoto politico.
Il relativo processo si celebrò davanti alle telecamere di una TV locale ammesse, per l’occasione, in Tribunale. Finì con l’assoluzione degli imputati “politici” nei tre diversi gradi di giudizio e il Comune dovette loro rifondere le spese processuali. Un autentico bagno di sangue dal punto di vista economico!
Aggiungo che non migliore sorte subirono le indiscriminate inchieste del PM Tragnone sul Comune de L’Aquila che, nel dopo tangentopoli, si trovò a pagare un miliardo e trecento milioni di rimborsi per le spese legali sostenute dai suoi ex “galeotti”.
Ne consegue, in termini di suggerimento, da parte di uno che conserva lucidità e non patisce “rodimenti” di alcun tipo, che bisogna avere riguardo alle sentenze passate in giudicato e non all’apertura roboante di inchieste che si trascinano poi stancamente e imbrattano l’onorabilità di persone che, alla fine, possono uscire a testa alta dai processi.
Su una sola cosa mi trovo d’accordo con Bergamini. Sono un soldato, non un mercenario della politica! E il mio contributo alla vita cittadina, in termini di idee e di azione, l’ho sempre dato. Senza bisogno di togliermi la camicia o, peggio, di cambiarne il colore!