Chiesa in uscita, Don Jean Baptiste: «il quartiere ci aspetta»

Un tentativo di mettere insieme parrocchia e quartiere per organizzare il carnevale: è l’occasione di “Chiesa in uscita” proposta da don Jean Baptiste Sano ai tanti fedeli presenti alla Messa della domenica nella chiesa di San Giovanni Bosco, nella popolosa area di Villa Reatina.

«Chiesa in uscita non vuol dire soltanto proporre» ha spiegato il parroco. «È anche il caso di lasciarci provocare, soprattutto se la sollecitazione viene dal quartiere». Don Jean Baptiste ha rilevato che le associazioni di quartiere «si sono occupate gratuitamente dei giovani in tutti questi anni», e questo non deve essere necessariamente un percorso parallelo a quelli della parrocchia: «se siamo troppo impegnati sui nostri programmi, ci dimentichiamo che il quartiere ci aspetta. Dobbiamo aprirci: gli operatori del quartiere hanno diritto di dire “aiutateci”. È giusto che diamo un aiuto. Se ci accontentiamo di quello che organizziamo noi diveniamo una comunità sterile. Gli altri ci aprono la mente. Ognuno deve mettere quello che può perché nessuno sia da solo, perché nessuna associazione presente sul territorio rimanga isolata».

Fare parte di una comunità vuol dire collaborare. Non abbiamo da nascondere chissà quale segreto dobbiamo aprirci. Dobbiamo fare il bene dei nostri ragazzi. Circa il 90% dei ragazzi non entrano in chiesa.

«Le cose sono cambiate. Gesù parlava lasciava novantanove pecorelle per cercarne una. Oggi sono le novantanove a stare in giro: dovremmo contentarci di accarezzare l’unica rimasta? Andiamo a cercare chi è fuori, che magari non ci può vedere, che forse non ci riesce a capire. Ma deve sapere che noi ci siamo, che stiamo in mezzo: non per imporre, ma per proporre e lasciarci provocare dalle altre proposte. Impariamo a ragionare non per esclusione, ma per inclusione. Tutto – ha concluso don Jean Baptiste – è possibile se crediamo nell’amore, nella carità».