Nel pomeriggio della quarta domenica di Quaresima la Cattedrale di Rieti ha ospitato una solenne celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo monsignor Vito Piccinonna in memoria del venerabile Massimo Rinaldi, suo predecessore alla guida della diocesi reatina, nella ricorrenza dei cento anni della sua consacrazione episcopale, avvenuta il 19 marzo 1925. Una liturgia intensa, carica di gratitudine e speranza, che ha visto la comunità radunarsi per ricordare un pastore mite e instancabile, di cui ricorre quest’anno anche il ventesimo anniversario del riconoscimento delle virtù eroiche con il titolo di Venerabile.
Il centenario della consacrazione episcopale era stato già ricordato mercoledì 19 marzo alle ore 16.30 presso la casa delle Piccole Discepole di Gesù a Campomoro, in quella struttura (oggi Opera a lui intitolata) che il Rinaldi creò come colonia agricola e ora funziona come casa di riposo, con la recita del Santo Rosario e la celebrazione della Santa Messa presieduta da mons. Giovanni Maceroni, in un momento di raccoglimento promosso dall’Istituto Storico Massimo Rinaldi in collaborazione con l’Ufficio diocesano per la Pastorale della Famiglia – Sezione Anziani.
A concelebrare con mons. Piccinonna, il vicario generale e altri sacerdoti diocesani, tra cui il presidente dell’Istituto storico intitolato al Rinaldi e principale animatore della Causa di beatificazione, mons. Giovanni Maceroni, e poi alcuni padri scalabriniani, in testa il superiore generale della congregazione, il brasiliano padre Leonir Chiarello.
Nell’omelia, il vescovo Vito ha sottolineato come la memoria di monsignor Rinaldi sia ancora viva nella Chiesa locale: «Ricordiamo quest’uomo di Dio con le sue origini reatine, con la capacità di rispondere alla sua vocazione in maniera piena, aderendo all’istituto dei missionari di San Carlo, meglio conosciuti come scalabriniani». E un grazie particolare è andato proprio ai confratelli del venerabile, presenti alla celebrazione.
Il vescovo ha anche annunciato un passo importante nel cammino verso la santità del suo predecessore: la nomina del nuovo Postulatore della causa presso il Dicastero delle Cause dei Santi. Sarà il reverendo padre Isaldo Bettin a ricoprire questo ruolo, affiancato dai vice-postulatori mons. Giovanni Maceroni e don Paolo Emilio Capaldi. La causa di canonizzazione di monsignor Rinaldi, infatti, resta ancora aperta, e la Chiesa di Rieti continua a sostenerla con convinzione e preghiera.
Nel corso della celebrazione, monsignor Piccinonna ha tratteggiato la figura del venerabile come quella di un «pellegrino di speranza», espressione che si intreccia significativamente con il cammino giubilare attualmente in corso, ma che trova le sue radici più profonde nella vocazione missionaria di Rinaldi. Un missionario partito per il Brasile per condividere la sorte degli emigrati italiani, spesso smarriti e provati, non solo materialmente ma anche spiritualmente. Un uomo del Vangelo, capace di mettersi in cammino, accanto agli ultimi, con lo stile umile e concreto della speranza cristiana.
«Io sono solo un buon missionario» scrisse Rinaldi con semplicità quando, nel 1924, fu informato della nomina episcopale. Avrebbe voluto continuare la sua opera tra i migranti, ma obbedì con fede alla chiamata della Chiesa. Un atteggiamento che, come ha ricordato il vescovo Vito, rivela il tratto più autentico della sua spiritualità: la disponibilità a servire senza cercare il potere, e a lasciarsi condurre da Dio anche quando la strada cambia direzione.
Non è mancato un riferimento alla data della sua ordinazione episcopale, avvenuta proprio nella solennità di san Giuseppe, figura alla quale il venerabile Rinaldi era particolarmente legato. Un legame che richiama la dimensione della paternità spirituale, vissuta nella cura silenziosa e generosa del popolo affidato. Rinaldi è stato un uomo che ha saputo vivere «senza sentirsi mai proprietario di nulla», perché «tutto ciò che viviamo è grazia», come ha ricordato il vescovo commentando le letture liturgiche del giorno.
Al termine della Messa, si è svolto un momento di preghiera davanti al sepolcro del vescovo Rinaldi, che riposa proprio in Cattedrale. Un gesto semplice ma denso di significato, per affidare alla misericordia del Signore il cammino verso gli altari di questo pastore umile e fedele, che ha saputo consumarsi per il Vangelo e per il suo popolo.
«È nostro desiderio – ha concluso il vescovo Vito – poterlo vedere un giorno elevato alla gloria degli altari. È stato chiamato, ha servito, ha amato il Signore. A Lui piacendo, ci sarà concessa questa grazia».