Si è tenuto nei giorni scorsi un tavolo di confronto tra il Sindaco di Montopoli, Antimo Grilli, e il Commissario Straordinario dell’Ater della Provincia di Rieti, Eliseo Maggi. Tra i punti oggetto di discussione, il caso – recentemente oggetto anche di articoli di stampa – di un imminente sfratto. In linea generale, si fa presente che tutti coloro che occupano senza titoli gli alloggi, all’atto dello sfratto sono soliti addurre motivazioni tese a giustificare la decisione di occupare abusivamente ma spesso le stesse persone non rispondono secondo le opportune modalità ai bandi che vengono regolarmente pubblicati. In presenza di pronunciamenti e/o procedimenti dell’Autorità Giudiziaria, l’Ater e le Istituzioni hanno il dovere di seguire la legge, soprattutto a tutela dei legittimi assegnatari. Sul caso specifico di Montopoli, invece, il Sindaco Grilli e il Commissario Maggi dichiarano quanto segue:
“E’ bene chiarire che la protagonista della vicenda è una donna che ha occupato abusivamente un alloggio di Edilizia Residenziale Pubblica tra gennaio e febbraio 2014, sfondando la porta e sostituendo le serrature, pregiudicando quindi, secondo la Legge, la possibilità di essere inserita nelle regolari graduatorie. La donna, che si era trasferita nel territorio di Montopoli nei primi mesi del 2013 proveniente da Fiano Romano, al suo arrivo è stata immediatamente presa in carico dai Servizi Sociali del Comune. L’Ente, inoltre, si è subito attivato per sostenere il figlio della donna affetto da autismo, attraverso il finanziamento di un trasporto sociale presso il Centro di riabilitazione di Collevecchio e l’attivazione, ormai da due anni, della figura dell’Assistente Educativo e Culturale che, insieme all’insegnante di sostegno della scuola dell’Infanzia, accompagna il bambino in un percorso di crescita. Nei confronti della famiglia il Comune si è interessato da subito anche del problema abitativo. La donna, infatti, aveva segnalato difficoltà nel pagamento dell’affitto di un appartamento presso il quale alloggiava, per il quale successivamente ha ricevuto uno sfratto da parte del proprietario. A quel punto – e si badi bene, siamo sul finire del 2013 – il Comune propose alla donna di attivarsi nella ricerca di un altro appartamento, per il pagamento del quale avrebbe avuto il sostegno dei Servizi Sociali dell’Ente. La proposta è stata reiterata più volte senza mai ottenere risposta positiva. La donna, infine, decise, tra gennaio e febbraio 2014, di occupare abusivamente l’alloggio di Edilizia Pubblica, appena liberato per la morte di un inquilino. Da lì è scaturito il procedimento giudiziario previsto dalla Legge. E’ importante sottolineare un aspetto tipico di queste vicende e, purtroppo, spesso trascurato, cioè il danno che le occupazioni abusive determinano nei confronti di altri utenti che presentano situazioni di difficoltà economico-sociale talvolta ancor più gravi. Nel caso in oggetto, la donna, occupando abusivamente, ha precluso il diritto ad una famiglia che, secondo graduatoria, aveva pieno diritto a quell’alloggio, famiglia composta da marito, moglie e tre minori, due dei quali con disabilità certificata e tutti seguiti dai servizi sociali”.