Arriva “il piccolo principe” in dialetto reatino. A cura di Stefano Mariantoni

È il libro più tradotto della storia. Oltre 253 lingue del mondo hanno dato vita a pianeti strampalati, ad elefanti dentro boa, a rose protette da campane di vetro. Ci sarà un perché se il primo posto è tutto suo. Me lo sono domandato spesso, senza trovare mai una risposta che mi soddisfacesse. Fatto sta, che al secondo posto troviamo “Pinocchio” con 240 lingue, al terzo “Alice nel paese delle meraviglie” con 174. Testi sacri esclusi, ovviamente. Stiamo parlando de “Il piccolo principe”, qualora ci fossero ancora dubbi sul primato in questione. Ma il dato riportato proprio in questi giorni dall’Internazionale è già superato.

Infatti, sono ben 254 le lingue del mondo che hanno scelto di parlare il linguaggio del piccolo principe. Se ne sta aggiungendo un’altra, che forse lingua non è, o forse sì. A fine aprile uscirà per Funambolo edizioni la trasposizione in dialetto reatino de “Il piccolo principe”, “Lu principe piccirìllu”, come lo ha amorevolmente ribattezzato l’autore del suo rifacimento in dialetto, Stefano Mariantoni, giovane e talentuoso scrittore nostrano.

253 lingue del mondo, 253. Perché non in dialetto reatino? Se lo è chiesto anche Luigi Ricci, autore della prefazione a “Lu principe piccirìllu”. E allora 254 lingue del mondo: Rieti c’è. Grazie a Stefano, al suo amore per il vernacolo trasmesso dal nonno Angelino, all’affetto per la sorella, grazie alla cui passione per Il piccolo principe è nata l’idea di tradurlo in reatino.

E così, il piccolo principe si ritrova d’improvviso a parlare il linguaggio dei nostri nonni, il linguaggio delle radici e delle origini, alla riscoperta di quel suono, di quell’armonia lessicale che oggi sentiamo sempre più distante, ancora schiavi della logica secondo la quale dialetto è sinonimo di bassezza, inferiorità. Stefano ha superato questi schemi e ci ha catapultato in una realtà che è ancora viva, fervida, che parla ad ognuno di noi. Il piccolo principe, si sa, è per tutti. “Lu principe piccirìllu” ancora di più. Ed ecco che il principino si ritrova ne lu desertu, a caccia de disegnitti, tra órbi, sérpi e asteroiddi.

A coronare un progetto che è una vera e propria dichiarazione d’amore per la città di Rieti, le illustrazioni dell’artista Lucia Ricciardi: altro valore aggiunto della provincia e non solo. Quattro illustrazioni che rappresentano un omaggio al nostro territorio, alle bellezze della nostra terra, alla riscoperta dell’incanto che ci circonda, e a cui troppo spesso non facciamo caso. Un regalo per noi, per voi, per tutti.

Questo e molto altro è “Lu principe piccirìllu”. Appuntamento dunque a fine aprile. Grazie a Stefano. Grazie a Lucia.