Onori a santa Barbara anche dagli ortodossi

Grande e universale la venerazione per santa Barbara, che unisce Oriente e Occidente. La vergine martirizzata in Sabina, che la tradizione vuole orientale di origine, è veneratissima nel mondo ortodosso. E gli ortodossi di stanza nella città che la invoca per patrona e ne custodisce le reliquie non si sono fatti sfuggire l’occasione per vivere un proprio momento di devozione alla santa, ritrovandosi in Cattedrale il giorno della festa.

Al pontificale del vescovo, il 4 dicembre, era presente anche padre Constantin Holban, pope della comunità ortodossa romena: senza la possibilità di concelebrare, dato che le due confessioni cristiane non hanno ancora raggiunto la piena comunione eucaristica, ma il dialogo ecumenico fecondo fra le Chiese ha fatto sì che questa comunità di immigrazione presente a Rieti trovasse piena accoglienza nella comunità cattolica, che ospita la parrocchia dei romeni ortodossi in propri spazi (utilizzavano fino al terremoto la chiesa di S. Lucia, ora quella della Madonna dell’Orto, e nelle feste come Natale o Pasqua, quando i numeri crescono, sono soliti essere ospitati nel salone della parrocchia Regina Pacis), in attesa di costruire un proprio edificio sacro non appena verrà assegnato dal Comune – il consiglio comunale ha appena deliberato in merito – un terreno alla Eparchia ortodossa rumena d’Italia per la parrocchia reatina.

Al termine della solenne liturgia, monsignor Pompili ha rivolto il saluto a padre Holban, annunciando che di lì a poco la comunità ortodossa si sarebbe ritrovata per un momento di devozione alla santa. E così, dinanzi al sacello – aperto per la festività – che custodisce le ossa della martire sotto l’altare maggiore, è iniziata poco dopo, al chiarore delle candele dei fedeli ortodossi convenuti, la liturgia dell’Akatisthos, l’inno della tradizione bizantina che si canta in piedi, generalmente per la Vergine Maria, in questo caso in onore della santa, esaltata dalle acclamazioni in parte in italiano, in parte in romeno e in greco, che il sacerdote e i fedeli hanno innalzato.