Castel di Tora, borgo in festa per Santa Anatolia

«Pietra e acqua contornate dal verde di pascoli e boschi. Mezzo spopolato dall’emigrazione, con accanto la città morta di Antuni, sembra custodire nei vuoti e nei silenzi dei suoi vicoli il segreto delle sue origini, mitiche come tutte le “vere” origini, perché vengono da un’Atlantide di casa nostra, sprofondata nei pensieri prima che nel tempo: la città sabina di Thyra, o Thora».

Così è raccontato Castel di Tora nella guida a “I Borghi più Belli d’Italia”. In questo scenario si sono svolti, sabato 8 e domenica 9 luglio, i festeggiamenti patronali in onore di Santa Anatolia, vergine e martire.

La liturgia del primo giorno, presieduta dal vescovo Domenico, è stata concelebrata dai parroci don Sante Paoletti e padre Rossano Corsano insieme a don Roberto D’Ammando nella chiesa parrocchiale di San Giovanni Evangelista. Al termine della funzione, la statua di Sant’Anatolia è stata portata a spalla in processione per raggiungere il santuario a lei dedicato. Una processione che ha visto la partecipazione di una folta schiera di fedeli, accompagnati dalla Banda Musicale di Lisciano. Concluse le liturgie nel santuario, i fedeli hanno fatto ritorno a Castel di Tora. Ai momenti di fede hanno fatto seguito le iniziative del programma ricreativo, tra gastronomia e musica.

Intensa anche la giornata di domenica, con la processione per il rientro della Statua alla Chiesa di San Giovanni. Un’occasione che ha visto la messa delle 11 presieduta da mons Giuseppe Molinari. Il vescovo emerito ha infatti raggiunto il paese sul lago Turano in occasione dei 25 anni di ordinazione sacerdotale di don Sante. Un momento che il parroco ha dedicato alle comunità che gli sono state affidate (Monteleone, Oliveto, Colle di Tora, Stipes, Castel di Tora) ringraziando il Signore per il dono del sacerdozio: «vi chiedo di pregare per me, affinché io possa essere sempre plasmato dalla Sua volontà». Un intenso momento durante il quale don Sante non ha mancato di rivolgere lo sguardo alle comunità di Amatrice e Palena, servite in passato.