Quando non basta la virtù

La contesa per il Palazzo di Città registra l’ingresso di un nuovo soggetto. I gruppi di Rieti Virtuosa e Rieti Superstar hanno presentato in una conferenza stampa il loro candidato a sindaco per le prossime amministrative. È Paola Cuzzocrea, giornalista approdata alla Camera di Commercio. Accanto a lei Gianluca Sansoni, animatore di Rieti Superstar.

La scelta non ha sorpreso più di tanto chi segue il modo in cui certe dinamiche cittadine si rispecchiano nell’agorà di internet. I due gruppi nascono infatti su Facebook, dove gli utenti discutono le scelte dell’amministrazione comunale, interagiscono e fanno proposte. Discorsi talvolta superficiali e un po’ qualunquisti, sull’impronta di una “indignazione” per la “casta” piuttosto diffusa.

Non sempre e non solo, ovviamente. Ma l’impostazione “antipolitica” è inequivocabile. Non a caso la candidata ha fermamente sottolineato la totale estraneità del tentativo a qualsivoglia partito. Una ferma linea purista che pregiudica ogni possibile alleanza, attuale e futura.

Se il retroterra di questa candidatura si riducesse ai mugugni della rete, sarebbe davvero poca cosa. Forse si può leggere nella proposta anche il prodotto di una attività associativa consolidata, con una storia meno recente dei pochi mesi di gestazione on-line.

Il metodo proposto e già usato dalle realtà a sostegno della Cuzzocrea è quello della “democrazia partecipativa”: riunioni di cittadini in cui si discutono i temi e si decide come agire. Il tutto rifacendosi alle “buone pratiche” del circuito dei Comuni Virtuosi. Al centro dei programmi si trovano quindi l’ambiente, la mobilità sostenibile e una gestione dei rifiuti accorta e sensata. Costante il richiamo alla promozione delle energie verdi, e non manca il proposito alla trasparenza amministrativa, all’ascolto dei cittadini ed ad un ampio panorama di attenzioni con cui ricoprire il territorio.

Sono tutti indirizzi che ispirano una certa simpatia, ma da soli paiono insufficienti a costituire lo spazio entro cui far muovere una proposta politica. A meno che non si dica che i compiti della politica finiscono lì. Si scivola però per sul filo di un equivoco: si riduce la Polis ad un semplice problema tecnico.

Una impostazione zoppicante, perché la spinta ad aumentare l’efficienza, la sostenibilità e la trasparenza non risolvere di per sé i problemi. La Città non è una macchina o un alveare, ma la risposta alle domande delle persone prese per intero. Una buona economia di esercizio non garantisce in se stessa la felicità di chi la abita. Anche la partecipazione democratica, se non si fa attenzione, si snatura. Diviene una soluzione più tecnica che politica. E non è neppure scontato che scelte ampiamente condivise siano per ciò stesso vantaggiose e desiderabili nel merito. A lavorare solo in orizzontale non ci si solleva mai a vedere le cose dall’alto e l’orizzonte rimane corto.

Nuovo e giusto non sono sinonimi e non sempre si accordano. Per superare le ideologie dei “vecchi” partiti si corre il rischio di chiudersi di una ideologia diversa, ma altrettanto occlusiva. Senza contare la rinuncia a strumenti di analisi tutt’altro che superati. La scelta di non confrontarsi con le altre forze in campo, in fondo, parla di un pregiudizio. Si guarda la distanza dal proprio metodo come un vizio, quasi dichiarando l’implicita presunzione di essere gli unici a saper far bene.

È sciocco pensare che a destra come a sinistra sia impossibile trovare persone oneste e in buona fede. Non occorre negare l’evidente corruzione che attraversa il sistema, con le sue tare e le sue clientele. Va senz’altro rifiutata e combattuta. Bisogna però anche ricordare che «ogni volta che si entra nella piazza ci si trova in mezzo ad un dialogo». Lo scrisse Italo Calvino, uno che di città, visibili e invisibili, se ne intendeva.

3 thoughts on “Quando non basta la virtù”

  1. Marco Giordani

    l’articolo richiede una risposta articolata; ma mi ha colpito in particolare questa frase: “È sciocco pensare che a destra come a sinistra sia impossibile trovare persone oneste e in buona fede”. Siamo perfettamente d’accordo, e infatti cerchiamo ed accogliamo persone oneste, in buona fede, (e capaci) da sinistra, da destra (e senza trascuraere il centro, specialemnet visto che ne parliamo da un giornale diocesano). Direi piuttosto che è sciocco dare la propria fiducia “a prescindere” ad uno schieramento di sinistra, a destra (o a centro) solo perché ANCHE lì ci sono (ma non sole e soprattutto, in quali meccanismi) delle persone oneste.

  2. Marco Giordani

    Stupisce che un cronista attento come Fabrizi definisca Rieti Virtuosa come “nata su facebook”;
    senza bisogno di andare indietro alla conferenza pre-rieti virtuosa sui piani integrati (di giugno), il comunicato di nascita del movimento è del 12 settembre, mentre la comparsa su facebook del 22 settembre, giusto per pubblicizzare la conferenza del 5 ottobre su Rifiuti Zero che vide la partecipazione di 500 cittadini. Due settimane dopo, Fabrizi sedeva ad RTR a fianco di una ben strutturata rappresntanza comprendente la nostra presidente e il nostro tesoriere, a parlare proprio con David e Turina degli istituti di partecipazione previsti nello statuto. Ad inizio novembre abbiamo raccolto firme per chiedere al Prefetto di incontrarci sullo stato amministrativo-legale del Comune. A dicembre abbiamo rivelato alla città che la ASM è illegittima, ma prima abbiamo presentato un libro sulla cementificazione ed uno sul sistema discariche del Lazio.
    E’ solo “forse“, che “si può leggere nella proposta anche il prodotto di una attività associativa consolidata, con una storia meno recente dei pochi mesi di gestazione on-line”?

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