Pavimental: a chi conviene licenziare?

19 novembre, i lavoratori della Pavimental hanno occupato l’autostrada A1 in prossimità del casello di Orte. È stata una azione di protesta contro i licenziamenti annunciati il 5 novembre dall’azienda, una controllata del gruppo Autostrade che si occupa della pavimentazione autostradale e di altre grandi infrastrutture.

L’annuncio è l’ennesimo colpo all’occupazione nella provincia di Rieti. La sede maggiormente colpita dalle decisioni della Pavimental è infatti quella di Magliano Sabina.

Abbiamo provato a capire meglio la situazione dialogando con una delle lavoratrici in esubero.

Come hai preso la notizia del tuo prossimo licenziamento?

Molto male ovviamente. Quel giorno ho dovuto lasciare il lavoro prima dell’orario per un malore e anche i giorni successivi ho accusato il colpo. Da quando ho appreso le intenzioni dell’azienda le mie giornate non sono più le stesse.

Ma la Pavimental è in difficoltà economiche?

Direi proprio di no. Per quel che ne sappiamo ha chiuso in attivo i bilanci degli ultimi anni. Di certo nel settore delle infrastrutture, tra necessità di ampliamento e manutenzione il lavoro non manca. Il discorso pare sia legato a ipotetici minori utili previsti per il futuro. In più qualcuno avanza il sospetto che si vogliano rimodulare i costi e i rischi della manutenzione scaricandoli su aziende private più piccole.

I licenziamenti sono previsti solo a Magliano?

No, l’azienda sta tagliando l’organico in tutta Italia. Però va aggiunto che la metà dei licenziamenti riguardano le sedi del Lazio e in regione la sede di Magliano è quella più penalizzata. Sui 160 esuberi nazionali, 100 sono nel Lazio e 47 a Magliano.

Come mai?

Forse perché Magliano serve due diverse linee di intervento. L’azienda ha semplicemente deciso di eliminarne completamente una. Quindi dei 68 operatori attuali, tra operai e impiegati, ne rimarranno solo 21.

E dopo il licenziamento che accadrà?

Essendo inquadrati come operatori dell’edilizia abbiamo diritto a soli sei mesi di mobilità. Poi è il buio, specialmente per chi pur non essendo più giovanissimo, è ancora lontano dalla pensione. E poi, al di là dell’età, lo sappiamo tutti che nel momento attuale non ci sono grandi possibilità di reimpiego.

Oltre al problema occupazionale, questa scelta della Pavimental può creare anche disagi alla popolazione?

Temo di sì. È prevedibile che al ridimensionamento del personale seguirà una diminuita capacità di intervento. Probabilmente si dovrà esternalizzare una parte del lavoro, ma non è detto che aziende di dimensioni e know-how minori della Pavimental riusciranno a garantire la qualità degli interventi. Forse non ci ritroveremo proprio con le autostrade piene di buche, ma è probabile che le riparazioni saranno meno tempestive, e di minore qualità, con un aumento di disagio per l’utenza.

A chi conviene questa politica del ribasso ad oltranza?

Beh, prima di tutto bisognerebbe mettersi d’accordo su cosa sia davvero conveniente. Se è una questione di utili c’è sicuramente chi guadagnerà dal nostro licenziamento. Se invece la convenienza è nel vantaggio di tutti ad avere strade che funzionano il discorso è diverso. Oggi siamo in grado di garantire una sicurezza ed una qualità certificata. È possibile che domani il nostro lavoro sarà affidato a qualcuno che costa meno. Ma se ci domandiamo come questo sia possibile, non potremo che concludere che ci deve essere un risparmio sulle materie prime, sulle procedure di sicurezza e sugli stipendi. Forse oggi la domanda giusta che dovremmo farci un po’ tutti è di capire in quale tipo di società vogliamo vivere: se in quella del massimo sfruttamento, o in quella del rispetto e della sicurezza.

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