Cammino Neocatecumenale

Convivenza di inizio anno per le comunità di Sant’Agostino

La convivenza delle otto comunità di Sant’Agostino a Leonessa e la celebrazione del 50esimo di fondazione del Cammino neocatecumenale

Le otto comunità neocatecumenali della Parrocchia di Sant’Agostino, guidate da don Marco Tarquini, hanno celebrato a Leonessa, da giovedì 26 a domenica 28 ottobre, la convivenza di inizio d’anno. Tema centrale degli incontri a cui hanno preso parte più di cento fratelli è stata la solenne celebrazione del 50esimo anniversario del Cammino neocatecumenale, tenutosi il 5 maggio scorso con papa Francesco, a Tor Vergata con l’intervento di più di duecentomila fratelli e sorelle, in prevalenza giovani, giunti da tutto il mondo e incentrato sull’urgenza di evangelizzare. Un carisma proprio, quello della evangelizzazione, caratterizzante il Cammino iniziato nelle baracche di zingari di Palomeras Altas in Spagna, a Madrid, e dopo qualche anno portato a Roma da Kiko Arguello e Carmen Hernandez.

La solenne liturgia eucaristica è stata presieduta da don Marco, concelebrante don Carlo, e quelle delle lodi e le catechesi che sono state tenute dall’equipe di Natale. Le comunità hanno condiviso passi della Lettera agli Efesini di San Paolo e quindi hanno ricordato come la Madonna abbia ispirato a Kiko il Cammino neocatecumenale e suggerito man mano tutti i passaggi che caratterizzano questo cammino di fede.

Fu San Giovanni Paolo II a definire il Cammino Neocatecumenale «un itinerario di formazione cattolica valido per la società e per i tempi odierni e come una modalità di attuazione diocesana dell’iniziazione cristiana e dell’educazione permanente nella fede, che parla da se stesso e dà suoi frutti a tutta la Chiesa».

Kiko e Carmen vennero dunque a Roma ed andarono ad abitare tra i poveri e i diseredati in un pollaio dismesso e chiuso da tende del Borghetto Latino iniziando poi le prime catechesi ai Martiri Canadesi. Rieti fu una delle diocesi italiane che accolse quasi subito i catechisti romani chiamati dal vescovo Dino Trabalzini. Le prime comunità nacquero a Villa Reatina, a San Michele Arcangelo, a Santa Scolastica con gli Scolopi, a Sant’Agostino e a San Francesco Nuovo in Piazza Tevere.

I fatti principali della evangelizzazione in questa prima metà dello scorso secolo hanno dimostrato tutta la rispondenza del Cammino neocatecumenale al bisogno della Chiesa di oggi. Tre giovani presbiteri hanno avuto la chiamata al sacerdozio dall’interno delle loro comunità reatine e quattro famiglie sono andate in missione a New York, a Santiago del Cile, in Albania restandovi per più di dieci anni.

Le prime convivenze di famiglie sono state tenute in Israele a Gerusalemme presso la Domus Galilaeae, realizzata con le donazioni dei neocatecumenali di tutto il mondo, e dove si sono già recate a concludere il loro cammino di conversione quattro comunità reatine che hanno ripercorso l’itinerario di Gesù durante i suoi tre anni di predicazione e con la celebrazione della Via Crucis lungo le strade che Egli percorse sotto il peso della croce. Attualmente gli itineranti e le famiglie in missione per l’evangelizzazione delle genti sono in Africa, nel Nord Europa completamente scristianizzata, in particolare nella Cina popolare ed in tutta l’Asia.

Un’ispirazione della Madonna è stata la fondazione di oltre cento Seminari Redemptoris Mater ove vengono accolti e formati i giovani che durante le Giornate Mondiali della Gioventù sono chiamati a sperimentare la loro chiamata al sacerdozio ed alla vita religiosa per le ragazze. Nei quartieri scristianizzati di Roma intere comunità neocatecumenali vengono trasferite nelle diverse parrocchie in crisi per avviare un nuovo processo missionario ispirato ai contenuti fondanti del Concilio Vaticano II.

Durante la solenne celebrazione del 50esimo di fondazione del Cammino, intervenendo prima del Te Deum di ringraziamento, esaminando il valore dell’evangelizzazione condotta dai neocatecumenali, Papa Francesco ha detto testualmente: «Qui sta la forza dell’annuncio, perché il mondo creda. Non contano gli argomenti che convincono, ma la vita che attrae; non la capacità di imporsi, ma il coraggio di servire. E voi avete nel vostro Dna questa vocazione ad annunciare vivendo in famiglia, sull’esempio della Santa Famiglia; in umiltà, semplicità e lode. Portate questa atmosfera familiare in tanti luoghi desolati e privi di affetto […]. Vi accompagno e v’incoraggio: andate avanti!».