Ztl, Fiorenza: «no a logiche di scontro»

L’amministrazione Comunale difende le proprie scelte sulla ZTL citando l’imminente pedonalizzazione di Times Square, e l’ex assessore all’urbanistica Chicco Costini attacca, affermando che Rieti non è Londra e ironizzando sulle “le somiglianze economiche e turistiche tra la capitale del regno unito e la nostra ridente cittadina”. Beh, Rieti non sarà Londra, ma nemmeno New York lo è. Evidentemente, Costini confonde la famosa insegna del NASDAQ, che informa quotidianamente i newyorkesi sull’andamento degli indici finanziari, con la Torre dell’Orologio di Westminster: farebbe bene, forse, a ripassare un po’ di geografia, prima di incorrere in brutte figure.

Basterebbe questo, se non fosse sufficiente il ricordo della gestione schizofrenica della ZTL operata dalla scorsa amministrazione, a dare la misura di quanto sia scarso l’interesse dell’attuale minoranza (che sui social network ha allegramente condiviso il comunicato costiniano) a ragionare concretamente e ad individuare soluzioni al problema del rilancio del Centro Storico. Ci si limita a fare propaganda, sperando di lucrare qualche preferenza in più, e nient’altro.

Personalmente, ritengo che il Comune faccia bene a non tornare indietro sulla scelta di chiudere al traffico il Centro Storico. E credo sia sbagliato individuare nella ZTL la causa della crisi che il commercio sta vivendo, in modo particolare, proprio in questa zona della città. Riaprire al transito di tutte le auto le vie d’accesso al centro sarebbe inutile: bisogna ricordare, infatti, le iniziative e gli eventi tenutisi nel corso dell’estate 2013, eventi che hanno portato ad un forte afflusso di persone nell’area chiusa al traffico, ma che purtroppo non hanno comportato un aumento – o quantomeno, un’inversione di tendenza – negli incassi registrati dai commercianti. Ed è sbagliato anche mostrare paura per ogni singola possibilità di cambiamento, dallo Zuccherificio al collegamento tra Rieti e Terni: quelle che, se i processi vengono governati bene e con oculatezza, sono vere e proprie occasioni di rilancio, rischiano se affrontate chiudendosi a riccio di infondere nella cittadinanza, come nelle peggiori profezie che si auto avverano, un sentimento di rassegnazione che spinge alla fuga.

Penso, però, che sia altrettanto sbagliato adottare un atteggiamento di chiusura nei confronti delle istanze e delle necessità dei commercianti, che anzi è un dovere dell’amministrazione ascoltare: non bastasse la crisi economica, c’è l’enorme pressione creata dal combinato disposto di burocrazia e tasse che rende il mandare avanti un’attività commerciale una sorta di atto eroico. In oltre, è un fatto che ad oggi il numero di cittadini che accede al Centro Storico è drasticamente basso.

Servono iniziative, eventi, anche la segnaletica, certo, ma non basta. Occorre un piano strategico che coinvolga le associazioni dei commercianti e dei residenti in un patto di rilancio del centro storico, che comprenda la necessità di rivedere il rapporto con la società di gestione del parcheggio sotterraneo, che si rivolga ad ASM per realizzare concretamente un sistema di collegamento tra il centro ed i parcheggi esterni, e che preveda anche un piano di riduzione delle imposte comunali e di accelerazione delle procedure burocratiche che asfissiano il mondo del commercio. E le risorse si possono ricavare anche dai finanziamenti in arrivo dalla Regione.

Affrontare la questione in una logica di scontro tra amministrazione e categorie non serve a nulla. Come già diceva l’assessore Pariboni nel novembre 2013, occorre dialogare e trovare un terreno di collaborazione, l’unica strada utile ad individuare soluzioni.