Formazione

YounG7: un’occasione formativa per un percorso di maturazione personale e comunitario

Acquisire consapevolezza globale: è stato questo l’obiettivo dello YounG7, la simulazione in lingua inglese del summit del G7 che si è tenuta a Rieti nei giorni 18-19-20 febbraio

Acquisire consapevolezza globale: è stato questo l’obiettivo dello YounG7, la simulazione in lingua inglese del summit del G7 che si è tenuta a Rieti nei giorni 18-19-20 febbraio.

I partecipanti delle quattro scuole reatine coinvolte (Liceo Statale Elena Principessa di Napoli, Istituto di Istruzione Superiore Celestino Rosatelli – sede dell’ incontro – Liceo Scientifico Carlo Jucci, Liceo Classico Marco Terenzio Varrone) non hanno mai perso di vista questa meta e hanno dibattuto per tre giorni come dei veri diplomatici, immedesimandosi nei delegati del paese da loro rappresentato.

Molti non avevano mai preso parte a una simulazione di questo tipo, nonostante ciò, hanno trovato fin da subito il coraggio di superare la loro timidezza e di mettersi in gioco. Attraverso il confronto e la continua collaborazione sono riusciti a proporre soluzioni a un problema che riguarda ognuno di noi: la gestione e la prevenzione dei disastri naturali.

Contemporaneamente, altre 13 scuole italiane hanno dibattuto su tematiche della stessa rilevanza internazionale, affrontando una comune sfida: partire dalla propria realtà locale per raggiungere una consapevolezza globale.

È stato questo ciò che ha spinto i mentor della simulazione Valentina Mercuri, Giorgia Spadoni, Maria Vittoria Antoniani Crisostomi, Roberta De Santis, Emanuela Kuqja, Martina Fabri, con il supporto esterno di Janira Grillotti, a organizzarla, credendo nel suo valore formativo fin dal primo momento. Simili iniziative aiutano a sviluppare la capacità critica e in tal modo a diventare cittadini del mondo.

«Abbiamo creduto – scrive Valentina Mercuri – in ogni singolo partecipante, così come loro hanno creduto in noi; partecipando a iniziative di questo tipo gli studenti riescono ad esprimere il loro punto di vista e sono aiutati a far sentire la propria voce. In tal modo si passa da semplici spettatori a diventare protagonisti della realtà, contribuendo ad un possibile cambiamento».