Vita di AC: L’estate? È insieme

È sempre la ricorrenza del 13 luglio, una volta terminati i percorsi nei gruppi parrocchiali, a segnare il via all’attività estiva per l’Azione Cattolica reatina. Una data riscoperta da alcuni anni: è quella in cui il primo nucleo dell’associazione venne impiantato a Rieti.

Era infatti il 13 luglio del 1921 quando il parroco di S. Eusanio don Silvio Romani fondò nella sua parrocchia al rione Porta d’Arce il primo gruppo di Ac: un circolo di gioventù femminile intitolato alla martire sant’Agnese.

E questa ricorrenza viene festeggiata da un po’ in diocesi come occasione per ribadire il valore della memoria e della gratitudine verso chi, in passato, si è impegnato nell’apostolato laicale e per ritrovarsi insieme in fraternità.

Anche quest’anno ci si è dati appuntamento allora per festeggiare il 93° compleanno dell’associazione diocesana, ritrovandosi stavolta nella parrocchia di S. Giovanni Battista: ultima realtà giunta nel panorama dell’Ac reatina, realtà in crescita e alquanto significativa in quanto insistente in quello – Campoloniano – che è ormai il primo quartiere di Rieti per popolazione.

La coincidenza con la Messa vespertina domenicale, che è stata celebrata dall’assistente unitario don Zdenek e che i soci di Ac presenti hanno contribuito ad animare, è stata colta come occasione di incontro con la comunità parrocchiale, cui ha rivolto il saluto, all’inizio, la presidente diocesana Silvia Di Donna, ricordando le consegne di papa Francesco all’Aci nell’ultima assemblea nazionale e il suo invito a essere “fermento” che rivitalizzi le realtà parrocchiali, impegnandosi in uno zelo missionario capace di contaminare le parrocchie, «specialmente – questo il passaggio del discorso di maggio del Santo Padre evidenziato – quelle segnate da stanchezza e chiusure…

Queste parrocchie hanno bisogno del vostro entusiasmo apostolico, della  vostra piena disponibilità e del vostro servizio creativo…». Parole inserite anche nel quadretto ricordo che al termine della celebrazione è stato consegnato al parroco don Franco (anch’egli in passato tra gli assistenti di Ac) come ringraziamento per l’ospitalità, prima di proseguire la serata con un’agape fraterna.

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