Verso il Sinodo dei giovani. Mons. Fabene (sottosegretario), “i giovani chiedono una Chiesa che sia casa, famiglia e comunità”

Prosegue il cammino di avvicinamento al Sinodo. Ne parliamo con mons. Fabio Fabene, sottosegretario della Segreteria generale del Sinodo: “I giovani vogliono essere protagonisti nella comunità ecclesiale e credo che questo desiderio possa condurre la Chiesa verso luoghi e spazi che altrimenti le sarebbero difficili da raggiungere. I giovani possono aprire alla Chiesa quei luoghi dove ancora non è arrivata o dove deve essere maggiormente presente”

Si è svolto nei giorni scorsi a Roma, presso la Curia generalizia dei gesuiti, il Seminario internazionale sulla situazione giovanile in preparazione alla XV assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, prevista nell’ottobre del 2018, sul tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”. Ottantadue i partecipanti (di cui 21 giovani, 15 esperti di università laiche, 17 di quelle ecclesiastiche, 20 formatori e operatori della pastorale giovanile, 9 rappresentanti di organismi della Santa Sede) e 50 ospiti impegnati a vario titolo nella pastorale delle nuove generazioni. Un cammino, quello del Sinodo, cominciato lo scorso gennaio con la pubblicazione del documento preparatorio, che conteneva un questionario per aiutare gli “Organismi aventi diritto” a esprimere la loro comprensione del mondo giovanile e proseguito con la creazione di un sito web (youth.synod2018.va) e con un questionario questa volta rivolto direttamente ai ragazzi dai 16 ai 29 anni. A mons. Fabio Fabene, sottosegretario della Segreteria generale del Sinodo, abbiamo chiesto di fare un punto sulla preparazione alla XV assemblea generale ordinaria dell’ottobre del 2018.

Eccellenza, in questa fase di “ascolto” preparatorio al Sinodo, quali sono i temi principali che stanno a cuore ai giovani e che sembrano emergere anche da una primissima lettura dei questionari proposti? 
I questionari legati al documento preparatorio scadono il 31 ottobre e non sono ancora arrivati. Aspettiamo la scadenza per sapere qualcosa. Per quelli on line, contenuti nel sito, la scadenza è a fine novembre ma sono già oltre 100mila quelli compilati, circa 250mila i contatti. Un numero importante. Da una prima sommaria e parziale lettura emerge che

i giovani apprezzano il fatto che la Chiesa si sia messa in loro ascolto.

Altro tema che sta loro a cuore è la famiglia. Sono davvero tanti quelli che vogliono raccontare la loro storia al Papa stesso.

Che proposte e suggerimenti arrivano dai giovani per il Sinodo?
Come abbiamo visto anche al recente seminario internazionale, stanno arrivando diverse proposte. Tra queste quelle di istituire un’equipe di giovani che affianchi il lavoro della Segreteria generale del Sinodo per preparare momenti di confronto e di dialogo durante i lavori sinodali tra vescovi e giovani, e poi di coinvolgere stabilmente alcuni giovani negli organismi della Santa Sede.

Richieste che mostrano la voglia delle nuove generazioni di essere protagoniste nella Chiesa…
Certamente. Ora dovremo riflettere su questi suggerimenti. Siamo nel momento dell’ascolto dei giovani che ci porterà poi al Sinodo e credo che queste richieste saranno sottoposte ai padri sinodali. Esse sono il segno che i giovani intendono partecipare alla vita della Chiesa. Ma i giovani chiedono anche molto altro…

Che cosa?

I giovani chiedono alla Chiesa anche la coerenza delle loro guide, ascolto, responsabilità.

Auspicano una Chiesa sempre più chinata verso i poveri. Sono richieste che ci impegnano ancora di più a stare al loro passo e che chiedono alla Chiesa di migliorare e di camminare verso il futuro. Tuttavia dobbiamo anche riconoscere che molte delle richieste arrivate dai giovani sono già in essere nella Chiesa. La Chiesa è da tempo che esorta alla coerenza non solo i suoi pastori ma anche i suoi fedeli, che richiama all’ascolto ponendosi essa stessa in questa dimensione come accaduto nel recente Simposio internazionale. I giovani cercano i poveri ed è ciò che Papa Francesco chiede a tutti quando parla di una Chiesa per i poveri e di poveri. Ma soprattutto

i giovani chiedono una Chiesa che sia casa, famiglia e comunità.

Parole che riecheggiano quelle di san Giovanni Paolo II alla fine del grande Giubileo del 2000, quando definì la Chiesa “casa e scuola di comunione”. I giovani sono la speranza della Chiesa e la Chiesa è la loro speranza e il loro futuro.

I giovani al Sinodo: sono in discussione modalità per “integrare” alcuni di loro all’interno dell’assemblea?
Tra gli uditori presenti al Sinodo ci saranno anche diversi giovani, ma stiamo pensando a degli spazi per dare loro voce.

Si ripete spesso che la Chiesa debba stare più vicina alle nuove generazioni. Meno si dice, forse, come queste possano stare accanto alla Chiesa e sostenerla nella sua missione. Come i giovani possono accompagnare la Chiesa nel mondo? 
I giovani vogliono essere protagonisti nella comunità ecclesiale e credo che questo desiderio possa condurre la Chiesa verso luoghi e spazi che altrimenti le sarebbero difficili da raggiungere. I giovani possono aprire alla Chiesa quei luoghi dove ancora non è arrivata o dove deve essere maggiormente presente.