Venezuela: i vescovi, “la violenza non risolve i conflitti sociali ma li peggiora. No a irrazionalità e forza brutale”

“Ancora una volta alziamo la nostra voce contro la violenza”: “La violenza non può mai essere il modo di risolvere i conflitti sociali che si aggravano giorno dopo giorno nella nostra società venezuelana.L’eccessiva repressione con il suo bilancio di feriti, morti e detenuti produce maggiore violenza”.

È l’ennesimo appello della presidenza della Conferenza episcopale venezuelana, dopo gli scontri di questi giorni, durante due giornate di sciopero generale che hanno provocato altri 4 morti, portando il numero delle vittime totali a più di 100 dall’inizio della crisi ad aprile.

Il governo Maduro, in vista delle elezioni dell’Assemblea nazionale costituente per la riforma della Costituzione che si svolgeranno domenica, ha intanto vietato manifestazioni di piazza, minacciando l’arresto con pene fino a 10 anni di carcere.

I vescovi ribadiscono il loro rifiuto dell’Assemblea nazionale costituente ritenuta “inutile, sconveniente e dannosa per il popolo venezuelano” perché “non è stata convocata dal popolo e “rappresenterà solo i partiti ufficiali”: “Sarà uno strumento fazioso e di parte che non risolverà ma peggiorerà gravi problemi come l’alto costo della vita, la scarsità di cibo e farmaci e la profonda crisi politica che stiamo vivendo”.

“Viviamo ore difficile piene di incertezze e contraddizioni – scrivono i vescovi – ciò che in altre latitudini è espressione normale di cittadinanza, da noi si trasforma in scontri di crescente intensità” con “poliziotti e gruppi civili armati dal governo” che si oppongono al “popolo che esprime malcontento e rifiuto dell’Assemblea costituente”.

Rivolgendosi poi direttamente alla Forze armata nazionale bolivariana (Fanb) i vescovi ricordano che “il suo primo dovere è nei confronti del popolo ed è chiamata costituzionalmente a difendere la vita di tutti i cittadini, senza distinzione di classe né di parte”: “In questi momenti di tensione non si pretenda di risolvere le richieste di buona parte della società con l’irrazionalità e la forza brutale”. I vescovi concludono con l’invito a “non uccidere” e a “coltivare la vita”.