Veglia di Pasqua, il vescovo Domenico: «Il mistero della vita ci supera da ogni lato»

Una lettura del terremoto come segno della forza travolgente della vita, anche se «a noi, in questo spazio di tempo, suscita comprensibilmente solo paura»: è quella fatta dal vescovo Domenico ripercorrendo il passo evangelico della scoperta della resurrezione come riportato da Matteo.

«Della vita – ha ammonito mons. Pompili – sappiamo poco o niente», per questo «la forza sotterranea del terremoto ci sconvolge e ci atterra»: perché ci fa cogliere che «la realtà ci supera da ogni lato». Una condizione cui si può rispondere solo cercando di «prendere le misure per non esserne sopraffatti», ma evitando «l’ingenuità di controllare tutto e di poter misurare ogni cosa ci passa».

Eppure, il disvelarsi della condizione umana non deve spaventare: «non abbiate paura», incalza la voce dell’angelo rivolgendosi alle donne che vanno al sepolcro. E sono proprio loro a insegnare come si sta al mondo dopo l’evento della Pasqua, perché «a differenze degli uomini, sono aperte all’imprevedibilità della vita. Hanno paura, ma non per questo si lasciano bloccare e seguono l’istinto del cuore che le vuole accanto a Colui che hanno visto trafitto».

«La paura – ha rilanciato don Domenico – se assecondata è l’anticamera della rassegnazione e della paralisi. Anche quando intuiamo con il cuore certe cose, finiamo per non perseguirle per paura. E ricadiamo nella routine».

Quante volte sperimentiamo con sorpresa che l’amore è più forte dell’odio; che l’onestà è più gratificante della disonestà, seppure meno conveniente; che la verità è più efficace delle menzogna, ma abbiamo paura. E ci lasciamo bloccare.

Non è così per le donne che vanno al sepolcro di Gesù, che accolgono «non senza tremore» la «sorpresa della vita». Un’apertura al futuro che tutti siamo invitati a fare nostra.

«So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. È risorto, infatti, come aveva detto; venite, guardate il luogo dove era deposto». Cita direttamente il vangelo, il vescovo Domenico, per evidenziare come non ci sia «alcun cedimento spettacolare nell’annuncio della Pasqua. La prova, se c’è, è negativa. È solo un indizio rivelatore».

Mons Pompili ha provato allora a guardare in fondo al «sepolcro è vuoto», ricavando l’essenziale: «se la morte non è più al suo posto, anche la vita non è più al suo posto».

Siamo nel cuore della fede: «Credere vuol dire questo: riconoscere che la vita è sempre ricevuta e non prodotta da noi. In concreto: vuol dire confidare meno nelle nostre performance tecniche e lasciarsi fare da Dio, come nell’atto della creazione».

Clicca qui per vedere il video dell’omelia su YouTube