Valori di civiltà nelle pieghe della memoria

Dopo il significativo episodio romano del 24 novembre, dedicato ai Vigili del Fuoco impegnati nei soccorsi durante il bombardamento sulla Capitale del 1943, le iniziative previste nel cartellone di “Santa Barbara nel Mondo” sono tornate ad interessare la città di Rieti.

E il calendario è stato nuovamente costruito su un ideale parallelo tra il martirio per la libertà di fede della Patrona di Rieti e il sacrificio di sé dei tanti che hanno dato la vita nella Resistenza all’oppressione nazifascista.

A partire da lunedì 25 novembre una serie di appuntamenti è stata centrata sulla vicenda dei Militari italiani della Divisione Acqui, dissolta dalle forze armate tedesche durante l’eccidio di Cefalonia.

Ricorrono infatti i settant’anni dal tragico episodio, e l’Associazione “Santa Barbara nel Mondo” ha pensato di coinvolgere gli studenti delle scuole medie di primo e secondo grado in un percorso nella memoria. Un significativo tentativo di proporre alle nuove generazioni i valori su cui è stata fondata la Repubblica Italiana.

I primi incontri si sono tenuti all’Auditorium dei Poveri (Chiesa di S. Giovenale in Via Garibaldi). Si è trattato di una serie di conversazioni su “La Divisione ‘Acqui’ nelle Isole Ionie e l’eccidio di Cefalonia e Corfù, dopo l’8 settembre 1943”. Uno sguardo alla Resistenza militare che si è avvalso anche del supporto del documentario “Onora il padre”.

 

«Oggi siamo qui a parlare di un fatto che è accaduto non quando siete nati voi, non quando sono nati i vostri padri, ma quando sono nati i vostri nonni: 1943».

Sono le parole con cui Vincenzo Scasciafratte ha introdotto i ragazzi al documentario “Onora il padre”. Il film racconta la storia dell’eccidio di Cefalonia, compiuto da reparti dell’esercito tedesco a danno dei soldati italiani presenti sulle isole greche nel momento in cui fu annunciato l’armistizio di Cassibile. L’atto sanciva la fine delle ostilità tra l’Italia e gli anglo-americani e le vicende affiorano attraverso i ricordi dei sopravvissuti italiani e dei testimoni greci.

La guarnigione italiana di stanza nell’isola greca si oppose al tentativo tedesco di disarmo, combattendo sul campo per vari giorni con pesanti perdite, fino alla resa incondizionata, alla quale fecero seguito massacri e rappresaglie nonostante la cessazione di ogni resistenza. I superstiti furono quasi tutti deportati verso il continente su navi che finirono su mine subacquee o furono silurate, con gravissime perdite umane.

Ma non è sui fatti in sé che si è soffermata la conversazione: «quelli li racconta benissimo il documentario» ha spiegato Scasciafratte. Piuttosto l’intento è stato quello di proporre un modo non retorico per rapportarsi con la storia e la memoria alle nuove generazioni.

«Sono passate tre generazioni» ha sottolineato il prof. Scasciafratte: «la terza generazione dovrebbe essere in grado di cominciare a fare una riflessione “distante”, perché gli animi si sono raffreddati, perché i fatti si vedono con altri occhi, perché il vostro mondo è molto diverso da quello dei vostri nonni».

Gli studenti potrebbero cioé guardare la storia per quello che è, poggiando sulla testimonianza di «qualche grande vecchio» senza tuttavia far dipendere il giudizio da un proprio coinvolgimento emotivo. Ai più giovani, in fondo, viene chiesto un di più di saggezza. Dopo la proiezione, i rappresentanti della Divisione Acqui hanno sottolineato che il desiderio di rivincita, di rivalsa, di vendetta fa parte della natura dell’uomo.

Tuttavia, la civiltà, che le istituzioni Repubblicane nate dalla resistenza dovrebbero incarnare, consiste anche della capacità di «saper dominare questi istinti, di saperli superare, di non abbandonarsi all’orrore e alla vendetta. Di fronte alla tragedia, alla violenza più scatenata, che ci coinvolge nei momenti più tremendi della vita, dobbiamo trovare quell’angoletto di luce nella mente che ci ricorda che non siamo animali feroci, ma uomini che hanno elaborato la cultura, i valori di umanità, e che hanno saputo riconoscere l’uomo come un valore assoluto e intangibile».

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