Uno sguardo a San Tommaso dall’Auditorium dei Poveri

Si sta svolgendo all’Auditorium dei Poveri un ciclo di conferenze destinate al video, ma aperte al pubblico, affidate dalla Confraternita di Misericordia di Rieti alla professoressa Ileana Tozzi e al professor Massimo Casciani. Dopo l’appuntamento su “Le lettere di Sant’Antonio Abate”, l’incontro del 30 gennaio è stato centrato su San Tommaso d’Aquino, frate domenicano, esponente della Scolastica, definito Doctor Angelicus dai suoi contemporanei.

Il professor Casciani ha inizialmente tracciato il contesto storico in cui viveva il grande teologo. Figlio di conti, era destinato a diventare Abate Benedettino, ma le sue convinzioni lo portarono nell’ordine Domenicano. Nell’epoca in cui nascono le università, Tommaso studia nei migliori atenei. Il suo maestro è Alberto Magno.

La sua produzione è vastissima e comprende anche omelie molto apprezzate dal popolo. Nelle opere teologiche la particolarità di Tommaso è di usare la ragione (in modo molto preciso) senza accontentarsi di argomenti fideistici. Lo dimostrano le famose 5 prove dell’esistenza di Dio, in cui sono argomenti filosofici a costituire i sillogismi. E proprio la filosofia, per il Santo, è considerata il metodo, lo strumento della teologia.

Il pensiero critico e l’attenzione alle opinioni contrarie fanno della sua opera una miniera di spunti preziosi anche per gli studiosi contemporanei. Eppure il dottore della Chiesa è poco citato, forse proprio perché le sue parole fanno pensare, creano dubbi in chi le ascolta. Casciani conclude parlando dell’entusiasmo spirituale del frate-filosofo, ma anche della sua radicata consapevolezza dei limiti dell’uomo. Un punto di vista oggi piuttosto raro.

Da parte sua la professoressa Tozzi ha dapprima sottolineato il rapporto tra il Doctor Angelicus e la filosofia aristotelica, così stretto da farne l’alfiere in un periodo in cui altri, tra i quali il suo amico francescano San Bonaventura, soprannominato Doctor Seraphicus, risolvevano il problema del rapporto tra ragione e fede in chiave platonico-agostiniana.

La stima dei domenicani per il pensiero di Tommaso si esprime anche attraverso l’arte. A Rieti ci sono due opere che lo rappresentano, una nella Chiesa di San Pietro martire e l’altra nella caserma Verdirosi. La puntuale ricostruzione della professoressa si è poi concentrata sulle miniature dedicate al Santo con particolare riferimento ad un’artista del monastero di Lucca, sottolineando che anche le donne si dedicarono a quella tecnica. San Tommaso D’Aquino “si è messo in gioco per l’ordine”, gli ha dedicato tutta la sua vita, la sua voce e i suoi scritti.