Uniti per Rieti: le dimissioni di Di Paolo certificano il fallimento della Giunta

I Consiglieri Sonia Cascioli e Andrea Sebastiani danno la propria lettura delle dimissioni dell’Assessore alla Culture Diego di Paolo: «Comprendiamo la necessità dell’ex assessore Di Paolo di dare una chiave di lettura diversa dalle reali motivazioni che lo hanno portato alle dimissioni, ovvero che il nostro ordine del giorno fissato per la discussione del prossimo consiglio comunale del 22 dicembre aveva già trovato diverse adesioni all’interno della maggioranza che di fatto avrebbero messo il Sindaco in enorme difficoltà rispetto alla richiesta revoca degli incarichi».

«D’altra parte – aggiungono – se la sua versione dei fatti corrispondesse al vero, non si capisce perché le stesse dimissioni non siano state presentate un anno fa quando gli impegni professionali già lo tenevano avulso dai lavori della Giunta! Non entriamo qui nel merito del lungo elenco delle cose asseritamente fatte, perché per ognuna potremmo argomentare su quanto nella realtà abbiano contribuito ad un’ipotetica crescita della città che invece, evidentemente, sta implodendo accasciandosi sull’inefficienza di una maggioranza incapace di assumere qualsiasi decisione su fatti rilevanti, come peraltro appena stigmatizzato dal Segretario provinciale del PD Ventura».

«Certamente l’ex assessore Di Paolo avrebbe fatto bene ad evitare il riferimento alla biblioteca Paroniana, la cui chiusura è frutto di una precisa responsabilità sua e del dirigente del settore competente in quanto entrambi più volte formalmente investiti del problema emergente» sottolineano i consiglieri di minoranza.

«Dopo la dipartita dell’assessore Degni e le dimissioni dell’assessore Cecilia – concludono Cascioli e Sebastiani – quelle odierne di Di Paolo certificano il fallimento della Giunta Petrangeli che sempre più naviga a vista, almeno fin quando un sussulto di responsabilità, nonché di dignità politica da parte del PD, partito di maggioranza relativa, ne determini il definitivo azzeramento. Facili profeti? No, semplicemente onesti interpreti di una deriva politica manifesta. E che l’immediato futuro non ci riservi un compensativo contratto di consulenza!»