Una rosa tra le rose: ad Apoleggia i festeggiamenti in onore di Santa Rita

Venerata in suolo umbro, nasce a Roccaporena il 1381, per poi morire a Cascia come suora agostiniana il 22 maggio 1487, Santa Rita, al tempo Margherita Lotti, fu una delle figure più emblematiche, e resta una delle sante più amate, di tutta la storia della cristianità.

Ella, che ricevette una delle spine della Corona di Cristo in uno slancio di amore verso quel Cristo sofferente, come si legge in una delle sue Passio; ella, la quale canonizzazione sembrerebbe essersi persa nella storia della Chiesa, ma poi ritrovata e subito realizzata; ella, uno degli esempi di profonda misericordia; ella trova la sua venerazione anche nella Valle Santa.
Diverse, infatti, sono le Parrocchie in cui nel mese Mariano risuona il nome Rita, in celebrazioni eucaristiche, processioni ed in novene in suo onore. Il perché di tanto afflato devozionale è, senza dubbio, da ricercare nella sua tormentata vita, che però fu messa da subito al servizio dell’incredibile e del sorprendente. Già infante, Margherita Lotti, mentre i genitori erano occupati a mietere, venne posta sotto un albero entro una cesta. Un contadino si ferì con la falce ed abbandonò il lavoro per farsi medicare. Passò davanti alla bambina e vide delle api intorno alla cesta e, con la mano ferita, tentò di allontanarle. La ferita si rimarginò. Le api non punsero la piccola Rita, bensì le depositarono il miele nella bocca.; lo straordinario? Questa razza di api non produce miele.
Come il padre, ella fu ricordata a Cascia per la sua capacità di portare quell’odore di pace che nel XIII secolo scarseggiava: fu lei l’artefice della riappacificazione di due famiglie blasonate di Cascia, una filo – ghibellina, e l’altra filo – guelfi neri. Sposa di un uomo violento che seppe addolcire, fu anche madre di due figli, che non esitò ad offrire a Dio per evitare che cadessero nel vortice della vendetta: poco prima il padre era stato ucciso per una faida popolare.

Santa Rita fu, dunque, figlia amata ed ubbidiente, sposa docile, vedova di marito e di figli tormentata e suora agostiniana in odore di santità: tre volte chiese alla Badessa di entrare in convento e tre volte la sua richiesta venne disattesa. Una notte, dopo una lunga preghiera, Margherita Lotti fu portata entro le mura monastiche in volo dai suoi vegliardi, Sant’Agostino, San Giovanni Battista e San Nicola da Tolentino, dallo scoglio di Roccaporena al Monastero di Santa Maria Maddalena: al suo ingresso, suonarono le campane a festa, proprio come il giorno della sua rinascita al cielo.
Divenuta monaca col nome di Rita, ella si dedicò alla preghiera ed alla cura dell’orto e del giardino, senza mai disattendere ai suoi impegni monacali. Prima di morire, si ricorda il suo miracolo della rosa rossa e dei due fichi in pieno inverno, il suo profumo di rosa e la luce che la avvolse poco dopo aver spirato.
Ma la fama della Santa di Roccaporena non si ferma ai prodigi che il Signore poté operare mediante la sua serva: essi continuano tutt’oggi, tanto da essere invocata con il titolo di Santa dei Casi Impossibili.

La sua tarda canonizzazione non la fa essere presente nel Canone Romano, né era presente nella vecchia edizione del Martyrologium.
In una delle parrocchie reatine, precisamente nelle Parrocchia di San Michele Arcangelo in Apoleggia, il culto della Santa dei Casi Impossibili giunse dopo insistenti richieste della popolazione proprio verso la fine della II Guerra Mondiale.

L’effige della Santa fu acquistata dalle donne del paesino di genesi romana e portata a piedi da Cascia fino alla Chiesa Patronale proprio durante i bombardamenti. Giunta presso la porta della Chiesa, il sacerdote non volle farla entrare, sicché le campane si misero a suonare inspiegabilmente: ella poté entrare in trionfo. Da quel giorno, i parrocchiani di Apoleggia non esitano a ricordarla nel mese delle rose, con una Messa Solenne, una processione per le vie del Paese, attività ricreative, novene ed incontri di preghiera, liturgie penitenziali ed addobbi floreali per tutto il Paesino.

Anche quest’anno, la festa non mancherà: il 22 maggio (festa Liturgica) apre i festeggiamenti ritiani la Santa Messa. Il triduo di preparazione si avrà i giorni 25, 26 e 27 maggio, mentre la Santa Messa Solenne si avrà il giorno 28 Maggio, all’aperto, a causa della chiusura della Chiesa per gli eventi sismici di Agosto e di Ottobre 2016. È previsto anche un denso programma ricreativo.
Il comitato festeggiamenti è formato da sole donne, come da tradizione, le quali non hanno esitato nel recarsi, prima di iniziare i preparativi, presso le reliquie della Santa a Cascia in pellegrinaggio, dove hanno potuto beneficiare anche del beneplacito delle monache agostiniane.