Una capanna per tutti: alla scuola di Belmonte gli arredi donati dalla diocesi

Spesso è maltratta, derisa, umiliata. Oppure finisce al centro dei discorsi per le disfunzioni e i problemi, per le inevitabili inefficienze. Ma ad avvicinarsi un poco si possono ancora scoprire nella scuola motivi di gioia, di speranza, di apertura al futuro. Come quando il vescovo Domenico è stato accolto a Belmonte dai bambini con i loro ragionamenti sulla diversità e l’integrazione, in occasione della sua visita alla scuola materna di Seconde Ville di Belmonte in Sabina.

Il 20 dicembre, infatti, mons Pompili è tornato nella struttura completamente antisimica inaugurata insieme al presidente della Regione Nicola Zingaretti lo scorso giugno. L’occasione lo vide impegnarsi a compartecipare nell’acquisto degli arredi interni di un riconosciuto fiore all’occhiello nel panorama dei plessi scolastici: una promessa mantenuta, per la quale la comunità, l’istituto e l’Amministrazione di Belmonte hanno voluto ringraziare il pastore della diocesi con una piccola festa inaugurale, della quale i bambini sono stati ovviamente protagonisti.

Insieme alle brave insegnanti, alcuni alunni stanno preparando uno spettacolo dal titolo “Una capanna per tutti”, che ha per tema la paura dell’altro, del diverso, perché potrebbe spiazzare e derubare. Al punto da spingere qualcuno a fare la scelta peggiore, a chiudersi nel pollaio per la paura che la volpe mangi le galline e i pulcini. Uno spunto che don Domenico ha raccolto volentieri invitando i più piccoli a essere «un grande stimolo anche per noi adulti, che talvolta stiamo volentieri nel pollaio». E a proposito di diversità, mons Pompili si è soffermato sul fatto che essa è proprio ciò di cui la vita ha bisogno per andare avanti. Il Natale, ha spiegato, ne è una prova, perché «Gesù bambino non aveva la pelle bianca come noi, ma sicuramente non aveva neppure la pelle nera. Era probabilmente olivastro, era il colore prevalente della Palestina del suo tempo. Era un ebreo e a quel tempo tra i romani da cui discendiamo e gli ebrei c’era una differenza come tra la notte e il giorno. Eppure, è grazie a questo diverso che è Gesù che la nostra vita è cambiata».

L’apertura dimostrata dai bambini è dunque qualcosa da mantenere e allargare. Un augurio al quale si è unito anche il sindaco Daniele Imperatori, che, ringraziando sentitamente il vescovo per il contributo della Chiesa di Rieti a nome di tutta la comunità, ha riconosciuto nel Natale «il momento in cui si rivalutano una serie di principi e di cose che dovremmo avere l’intelligenza e la volontà di trovare anche in altri periodi dell’anno. Aiuterebbe tutti ad avere una vita più tranquilla e più umana».

Alla breve cerimonia informale, che ha visto anche la presenza del parroco, don Franco Angelucci, è seguita la visita alla struttura, realizzata con la tecnologia X-Lam, grazie alla quale sono garantiti la sicurezza sismica, la funzionalità e la salubrità degli ambienti, il contenimento dei costi energetici, ma anche l’estetica, affinché i piccoli possano lavorare in un ambiente gradevole, pulito e dignitoso, oltre che bello e colorato.

Il progetto, completato con gli arredi donati dalla diocesi di Rieti, sembra raccontare la scelta precisa di una comunità piccola, ma molto ricca di valori, dei quali i bambini sono i primi testimoni. Lo spazio sicuro, l’ambiente piacevole e sobrio della scuola, indicano un puntare sulla qualità, sulla possibilità, per realtà prive di grandi risorse, di fare della propria condizione non qualcosa di subìto, ma quasi una scelta, un’opportunità, il punto di partenza per riorganizzare meglio la vita e gestire in modo più attento e consapevole le risorse.

«Voglio ringraziare il vescovo non solo per l’aspetto economico della donazione – ha sottolineato il primo cittadino – ma perché ha colto il segno di rinascita delle piccole comunità come la nostra, che è riuscita ad aprire una scuola completamente antisismica in un momento particolare per il nostro territorio, rilanciando un segno di fiducia e dimostrando che tutti insieme possiamo raggiungere traguardi importarti».

Uno sforzo che vede i valori e la forza della famiglia avere un ruolo importante, che le insegnanti hanno voluto sottolineare consegnando al vescovo due presepi, realizzati dai bambini e dalle rispettive mamme, come segno di partecipazione all’iniziativa della Valle del Primo Presepe, con la quale si vuole portare all’attenzione del grande pubblico la spiritualità propria della Valle Santa.