Un film che divide. “Doctor Strange” ha acceso un dibattito di natura teologica in Usa

Sembra strano, eppure un film tratto dall’universo fumettistico della Marvel ha acceso un dibattito di natura teologica nell’ambito dei critici cristiani statunitensi. Si tratta di “Doctor Strange”, ultima arrivata delle pellicole dedicate agli eroi disegnati da Stan Lee, che ha come protagonista un chirurgo che perde l’uso delle mani e, dopo un viaggio in India, scopre un altro mondo, che ha ben poco a che fare con quello della scienza. Capirà che la vita non è riducibile alla sola spiegazione logico-razionale, ma che, anzi, la sua vera essenza si trova altrove.
Una pellicola che, dunque, riflette su temi molto più “metafisici” e complessi rispetto a quelli di un normale film tratto dai fumetti. Proprio per questo, sono comparsi due articoli da parte di due autorevoli critici cristiani americani che sostengono tesi opposte sulla pellicola. Il giornale Christian Today sostiene che “Doctor Strange” disarmi perfettamente “l’idea che la scienza abbia tutte le risposte, riuscendo a far suonare avventurosa ed eccitante una spiritualità pure approssimativa in una maniera che la maggior parte dei preti non è in grado di trasmettere quando si parla del Regno di Dio”. E ha continuato dicendo che “rendere entusiasmante e urgente la lotta tra il bene e il male cosmico come fa questo film Marvel è una vera e propria sfida per comunicatori della Chiesa”. Il critico cinematografico cristiano della Christian Film and Television Commission, Ted Baehr, non la pensa come il suo collega: “Doctor Strange”, dal suo punto di vista, sarebbe infatti un film demoniaco in piena regola in quanto “introduzione pericolosissima al mondo ingannevole dell’occulto diabolico”, aggiungendo che “la Bibbia ammonisce in maniera assai chiara rispetto alle pratiche occulte e alla stregoneria praticata dall’eroe del film nel Deuteronomio 18:9-12 e nella Lettera ai Galati 5:20. Nella pellicola, peraltro, il guru New Age e occulto (l’Antico) insegna che non vi è vita dopo la morte specificando che ciò sarebbe cosa buona”.
A chi dare ragione? Premettendo che è sempre un bel segno se un film, soprattutto di grande successo (la pellicola è stata campione di incassi sia in America sia ora in Italia), sa suscitare domande e generare risposte anche antitetiche, va detto che “Doctor Strange” segue il filone di gran parte del genere fantascientifico contemporaneo: quello, cioè, che profonde a piene mani uno spiritualismo sincretista e new age, che poco ha a che fare con le religioni tradizionali. Un misticismo che mescola passione per le filosofie orientali, per l’ecologismo, per l’astronomia, per l’occulto, alla ricerca di una spiritualità “fai da te”, adattabile alla individualità di ognuno. Sgombrato il campo su questo punto, si deve, però, altrettanto affermare che il film è visivamente ricco e affascinante e il personaggio principale è molto più interessante dei suoi “colleghi” super-eroi. Perché racconta la figura di un uomo complesso e sfaccettato, che pensa di credere solo nella scienza e che, invece, deve rivedere tutto il suo modo di riflettere, mettendo in crisi ogni sua certezza. Un film che racconta il dubbio come primo passo per accedere alla “verità”. E che, dunque, mette in mostra molto bene come all’uomo non basti una visione materialista e meccanicista del mondo, bensì la sua sia una continua ricerca verso qualcosa di “superiore” che dia vero significato all’esistere. Anche se qui questa ricerca approda ad un spiritualismo vago, debole e sincretista.