Un anno di Consultorio

Dove sta andando il Consultorio diocesano? Con chi? Che tipo di fisionomia sta assumendo rispetto al nostro territorio? E soprattutto, perché? La presidente del Consultorio Familiare Sabino stila un primo bilancio delle attività associative a poco più di un anno dall’incarico. Al centro delle attività il progetto Non sei solo

Fare una sintesi delle attività svolte dal Consultorio aiuta sia a guardare cosa è andato bene che a cogliere ciò che occorre migliorare, aiuta a progettare il futuro con maggiore consapevolezza ed ispirazione ed è anche l’occasione per porsi delle domande, per dare slancio e solidità a prospettive adeguate e significative alla mission del Consultorio.

Ecco quindi il senso del presente articolo, un doveroso ripercorrere gli ultimi 14 mesi del Consultorio, per rendere conto a tutti e ciascuno delle attività di una realtà importante e di riferimento per la nostra Diocesi. Le domande chiave e doverose sono quindi: Come Consultorio, dove stiamo andando? Con chi siamo? Che tipo di fisionomia sta assumendo rispetto al nostro territorio? E soprattutto, perché?

Abbiamo iniziato con la politica dei “dei piccoli passi”, credendo fortemente nella presenza irrinunciabile del Consultorio Familiare nel nostro territorio come realtà in grado di garantire sostegno, accompagnamento ed assistenza per tutti e ciascuno, per ogni persona, accolta a partire dal suo valore unico e irripetibile, come unico e irripetibile è il valore di ogni famiglia. Il Consultorio quindi come un punto di riferimento quanto mai necessario, vista la fragilità attuale del tessuto socio-economico e del disagio di cui spesso è esso stesso portavoce. Una sfida che abbiamo accolto con non poca preoccupazione, ma con il coraggio della competenza, con l’entusiasmo di chi sa che la cura della relazione con l’altro, non può che essere la chiave di volta di ogni disagio e sofferenza. Ecco il nostro perché, il nostro orizzonte di riferimento.

Essere con la gente e tra la gente, concretamente e virtualmente, presentandoci in piazza e nei luoghi della cultura, nelle scuole e nella rete, con la radio e la carta stampata, in video e nella rete, anche quindi con una rubrica proprio su «Frontiera».

È stata riaperta la segreteria, in modo da garantire agli utenti un primo contatto diretto. Nel corso dei mesi sono arrivate figure professionali importanti che offrono gratuitamente la loro competenza: un’assistente sociale, un’ostetrica, una pediatra, una fisioterapista, un legale, una psicologa in formazione. Figure queste, che hanno affiancato quelle già tradizionalmente presenti della psicologa-psicoterapeuta e dello psichiatra, attive nell’ambito della consulenza e dell’ascolto. Una scommessa vinta è stata quella di credere che “insieme si può”, riuscendo a creare una forte collaborazione con altre associazioni di volontariato sul territorio che, senza indugio, ci ha portato a condividere eventi importanti come, ad esempio, la giornata del sollievo, sia nell’edizione 2015 che dell’anno in corso, consapevoli della nostra vocazione ad essere vicino a chi soffre e a coloro che, in modo più specifico, sono toccati dalla malattia. Credere nella forza della rete è certamente la strada maestra alla quale abbiamo guardato con convinzione, realizzando una sorta di “cordata”, come quella che tiene insieme gli scalatori che si impegnano nel raggiungere una cima.

Il 24 ottobre 2015 è stato così inaugurato il Progetto “Non sei solo” Rieti con 10 associazioni diverse, del quale il Consultorio è promotore, che hanno come obiettivo il servizio, gratuito, alla persona. I frutti della “cordata” sono ormai noti: “L’albero della solidarietà e della Speranza”, posto in piazza del Comune, è stato addobbato dai pensieri di tanti bambini e giovani, ma anche di diverse riflessioni di adulti che hanno voluto regalare le loro parole di amore e coraggio e che noi abbiamo accolto. Stiamo lavorando perché nel prossimo autunno si possano rendere pubblici questi “pensieri” donati.

“Non sei solo”, nei mesi successivi, ha condiviso un prezioso momento di riflessione, reso ancora più intenso dall’apporto di testimonianze di vita, sui temi dell’alzheimer e della dislessia. Proprio per queste due tematiche sono stati attivati nella sede del Consultorio, in collaborazione con le associazioni interessate, specifici sportelli di ascolto per l’alzheimer e per i disturbi specifici dell’apprendimento. I giovani e gli adolescenti sono stati al centro di un importante intervento realizzato nel mondo della scuola, con il progetto dedicato alla “Consapevolezza del sé”. Un percorso attraverso il quale gli studenti sono stati inviati a riflettere su di sé, a verbalizzare i propri vissuti e le proprie difficoltà, su come instaurare relazioni sociali soddisfacenti, a maturare un’immagine positiva di sé e un buon livello di efficacia personale. Un impegno realizzato grazie al lavoro di 15 counselors provenienti da una qualificata scuola romana, a titolo gratuito, sotto la supervisione dei direttori della medesima, psicologi-psicoterapeuti di comprovata esperienza.

Un altro passo lo abbiamo fatti verso i bambini, mediante il programma di lettura a voce alta di narrazioni adatte a loro. Accanto all’iniziale narrazione della fiaba, è partito un laboratorio gruppocrescita strutturato con attività e giochi, aventi come obiettivo quello di aiutare i piccoli a riconoscere le proprie emozioni nella costruzione di un sé autentico e positivo. Ultimo e recente passo riguarda l’incontro e la riflessione, condivisa anche con le Istituzioni, di aspetti legati al tema della dipendenza da alcool e sull’importanza, in questo settore, della prevenzione, specie tra i giovani. Insomma, un sentiero che si è via via colorato ed arricchito grazie alla collaborazione preziosa di volontari che danno spazio nella propria vita, al servizio al prossimo con gratuità e responsabilità, condividendo quindi l’esserCi per l’Altro, aspetto qualificante e peculiare del Consultorio che vuole essere presente nel “qui ed ora”.

Il Consultorio quindi come luogo dell’incontro e del sostegno, come possibile “ponte” tra realtà diverse che consente di aprire prospettive e soluzioni utili a chi è nel bisogno, una realtà che intende coltivare e servire, non tradire, quell’umanità così ricca, unica e sorprendente che è in ciascuno di noi. Di fronte c’è l’altro con le sue risorse: è possibile con lui ed in lui restare Umani. Sartre diceva: “l’altro è l’Inferno”. Non è così: per noi l’altro è il Cielo.