Ticket andata senza ritorno

Due mie parrocchiane, quelle di fiducia, le colonne portanti della parrocchia, in piena estate, se ne sono andate a Lourdes, quasi non bastasse la nostra Madonna a Santa Maria in Villa! Certo, lì non abbiamo manco una piscina funzionante, però c’è una sorgente di Acquaviva. E poi nel paese abbiamo anche i servizi sanitari – c’è medico una volta a settimana! – e addirittura una farmacia.

Ma loro sono partite col treno bianco, e hanno fatto bene. Ovviamente nel loro caso si tratta piuttosto delle cure spirituali, e Lourdes è conosciuta per miracoli che da noi sono piuttosto rari. Infatti oggi per guarire ci vuole un vero e proprio miracolo. Chissà se a Lourdes si troverebbe anche una soluzione per risolvere anche la nostra crisi sanitaria…

Fosse così potremmo metterci tutti in viaggio, se non fosse che il “treno bianco” parte da Roma e noi, per raggiungere la città eterna, non abbiamo una strada facile da percorrere. La ferrovia passa da Terni: bisogna proprio avere gli occhi storti per credere che sia la via più diretta.

Si può andare anche con la macchina, è vero, ma con le strade che abbiamo si corre il rischio di morire in un incidente prima di arrivare. Potrebbe essere più sicuro andare col somaro, ma a questo punto faremmo prima ad affidarci tutti alle erbe: non so se ci renderebbero più sani, ma forse più allegri sì. E a quel punto a Lourdes si potrà andare nei sogni. Costa poco. E si fa il viaggio come si vuole.

Tra un po’ anche andare al ospedale sarà un sogno: appena riusciranno a chiuderlo definitamente. Se già oggi, per come è messo, i miei parrocchiani preferiscono Lourdes a Rieti, cosa sarà quando si adempiranno le voci delle nostre Cassandre e l’ospedale perderà i suoi preziosi titoli?

E nell’attesa di rivolgersi a Lourdes, c’è già chi va a curarsi a Terni o ad Avezzano, quasi fossero città più belle di Rieti. Anche li nessun santo fa miracoli: semplicemente i medici dispongono delle due cose necessarie e fondamentali: i finanziamenti adeguati e la fiducia dei pazienti.

A Rieti sembriamo avere carenza di entrambi, e quindi, la ricetta che dice: «sarà meglio quando sarà peggio», semplicemente non regge. Che invece di diminuire i fondi, sia il caso di investire?

Mi spiegano gli esperti che la chiave segreta per aprire le casseforti tenute chiuse dai politici tirchi è la convinzione dei pazienti, che si traduce, tra l’altro, in gesti di fiducia. Nei confronti dei medici di casa, e non dei cassieri, ovviamente.

Comunque, Lourdes mica è un paradiso sanitario: si torna dopo tre giorni, massimo una settimana, rinnovati nello spirito. Ma prima di intraprendere un altro viaggio, sarà bene assicurarsi di continuare ad avere un ospedale vicino casa, con la segreta speranza che tra i migliori servizi non figurino quelli funebri.

Non so se a Lourdes accadrà un miracolo quest’anno. Ma di sicuro occorrerebbe un altro “treno bianco”, uno che sbarchi al palazzo di via Pisana. Lì chiedere i miracoli non servirebbe nemmeno: basterebbe la decisione di una mente sana.

Ma come ci si arriva? Come si potrebbe avere un dialogo diretto? E cosa potremmo dire a chi, con una penna magica, incanta il futuro?

Hai voglia a dire che per uscire dalla crisi ci vogliono i tagli: la gente per guarire ha bisogno di strutture sanitarie vicino casa, e non di una fantasia a la Harry Potter che con la scopa magica perde il senso di spazio.

Siamo credenti, ma anche razionali: la crisi sanitaria non si risolve pagando alla popolazione un biglietto di sola andata per un imminente e sicuro viaggio verso il cielo!